Russia, rilasciata la giornalista no war Marina Ovsiannikova 

Russia, rilasciata la giornalista no war Marina Ovsiannikova 

La giornalista no war Marina Ovsiannikova è stata arrestata nella giornata di ieri, per aver protestato contro la guerra, oggi il rilascio.

Le forze armate russe, dopo diverse ore di detenzione, hanno rilasciato dalle prigioni del Cremlino Marina Ovsiannikova. La sua colpa? Aver mostrato in televisione, durante un telegiornale, un cartello con una scritta contro la guerra in Ucraina.  

I militari hanno arrestato Marina Ovsiannikova nella giornata di ieri, 17 luglio, per aver protestato ancora contro l’invasione dell’Ucraina. “Ormai ho capito che è meglio uscire di casa con il mio passaporto e una borsa.” Sono queste le dichiarazioni rilasciate dalla donna in merito alla questione del suo arresto nelle prigioni russe. 

Anche l’avvocato della giornalista ha confermando il suo rilascio, spiegando che le divise russe avevano condotto l’arresto in quanto dilagava l’idea che Marina stesse screditando le forze armate russe. Dmitri Zakhvatov, questo il nome dell’avvocato della donna, ha spiegato che la giornalista è stata arrestata mentre protestava davanti a un tribunale di Mosca. 

La legge bavaglio

La protesta si riferiva alla detenzione dell’oppositore Ilya Yashin, in carcere per aver condannato la guerra in Ukraina. Le forze armate russe hanno arrestato anche Yashin, poiché secondo quanto stabilito dalla Legge bavaglio, rischia una pena che può arrivare a 15 anni qualsiasi individuo scoperto nel screditare le forze armate russe.  

Inoltre proibisce di chiamare la “operazione militare speciale” in Ucraina (questo il termine coniato dal Cremlino) “guerra” o “invasione”. Per il momento, nei confronti della giornalista, non risulterebbe esserci un’inchiesta in corso.  

Il presidente Volodymyr Zelensky ha dichiarato che “la Russia ha già utilizzato più di tremila missili da crociera contro l’Ucraina. È impossibile contare il numero dei pezzi di artiglieria e di altri proiettili usati contro il nostro paese e il nostro popolo. Ma è sicuramente possibile assicurare alla giustizia tutti i criminali di guerra russi”, ha concluso.