Le accuse di Michael Flynn, l’ex consigliere della sicurezza nazionale coinvolto nel Russiagate, sono state dichiarate cadute. Esulta Trump.
WASHINGTON (USA) – L’inchiesta denominata Russiagate si indebolisce dopo che il Dipartimento di giustizia ha lasciato cadere le accuse contro l’ex consigliere alla sicurezza nazionale Michael Flynn, messo in stato di accusa dal procuratore speciale Robert Mueller.
Flynn, accuse decadute
Flynn, ex generale e uomo di punta della campagna elettorale di Trump, si era dichiarato colpevole di aver mentito all’Fbi a proposito dei cuoi contatti segreti con un diplomatico di Mosca.
In pratica, Flynn ebbe contatti con l’ambasciatore russo a Washington, Sergei Kisliak, nelle settimane tra l’elezione di Trump e il suo insediamento alla Casa Bianca. Tuttavia, interrogato il 24 gennaio 2017 aveva nascosto questi contatti. In ogni caso, il Dipartimento di Giustizia ha affermato che, dopo aver valutato “informazioni da poco acquisite“, ha concluso che l’interrogatorio di Flynn nel febbraio 2017 “era scollegato dall’indagine dell’Fbi e ingiustificato“.
Esulta Trump
Appresa la notizia, Trump dallo Studio Ovale ha esultato, augurandosi che “molti paghino un caro prezzo” per come hanno gestito il caso, chiaro riferimento ad alcuni pubblici ministeri ed agenti dell’Fbi. “Sono feccia“, ha aggiunto. Il mese scorso, il tycoon aveva dichiarato di considerare la grazia per il suo ex consigliere.
Il Russiagate
Il Russiagate è un’inchiesta giudiziaria nata a seguito di sospette ingerenze da parte della Russia nella campagna elettorale per le elezioni presidenziali negli Stati Uniti d’America del 2016. Le indagini sono condotte dal procuratore speciale Robert Mueller e, tra i reati ipotizzati dalla stampa statunitense, si prefigurava la possibilità di riscontrare elementi delle fattispecie incriminatrici dello spionaggio a favore di potenze estere, o addirittura del tradimento.