I salari dei lavoratori italiani sono destinati a calare a picco

I salari dei lavoratori italiani sono destinati a calare a picco

La Commissione Ue avverte l’Italia: i salari degli italiani caleranno a picco e l’inflazione raggiungerà livelli record.

La situazione economica delle famiglie italiane è destinata a peggiorare. Se i fondi del Recovery Fund dell’Unione europea hanno dato una mano per far crescere l’economia, i salari dei lavoratori italiani restano molto bassi rispetto al resto dell’Europa. Ma non solo: la previsione di Bruxelles per l’economia italiana è nera, in quanto sembra che, con l’aumento dell’inflazione, il potere d’acquisto delle famiglie italiane è destinato a scendere ancora di più, come anche i salari dei lavoratori.

Le previsioni di Bruxelles

Per quanto riguarda la situazione economica dell’Unione, Bruxelles riporta che “si prevede che le retribuzioni dei dipendenti pro-capite aumenteranno” di una cifra pari al 3,8% quest’anno e al 3,7% il prossimo anno. In Italia, però, l’aumento non sarà così alto: parliamo del 2,5% per quest’anno e dell’1,3% per l’anno prossimo. I lavoratori italiani, dunque, non beneficeranno della crescita economica europea come i salariati degli altri stati membri.

Europa

Stando alla Commissione, seppure tali tassi di crescita sono ben al di sopra di quelli registrati negli anni precedenti, non sono all’altezza dell’impennata dell’inflazione. Proprio l’inflazione è un tema caldo: stando al commissario europeo Paolo Gentiloni, questa starebbe arrivando a delle vette mai toccate prima, dall’introduzione della moneta unica. Si parla di un aumento del 6,1% europeo nell’anno corrente, mentre in Italia si prevede un incremento del 6%.

Per quanto riguarda la situazione italiana, la Commissione riporta quanto segue. L’aumento dei prezzi al consumo, insieme a una crescita lenta dei salari, è destinato a pesare sul reddito disponibile reale delle famiglie e quindi sulla crescita della spesa per consumi. Il forte aumento dei prezzi dell’energia e dei generi alimentari dovrebbe portare l’inflazione” a circa “il 6% nel 2022 con un ulteriore aumento delle pressioni sui prezzi”. Da ciò, l’aumento dei prezzi di vendita dovrebbe mantenere l’inflazione al di sopra del 2% nel 2023, nonostante l’impatto calante dei prezzi dell’energia. Al contrario, la crescita salariale dovrebbe rimanere moderata, poiché diversi contratti salariali sono stati già rinnovati poco prima dell’inizio dell’impennata dei prezzi dell’energia a metà del 2021″