Salari in picchiata, record negativo per l’Italia: gli ultimi dati dell’Ocse

Salari in picchiata, record negativo per l’Italia: gli ultimi dati dell’Ocse

Italia maglia nera sui salari, -7% dal 2019: la crescita economica non basta a contrastare il calo dei salari reali.

Secondo i recenti dati dell’Ocse, riportati da Tgcom24.mediaset.it, l’Italia si conferma il Paese con la peggiore performance in termini di salari reali nell’area euro. Con una decrescita del 6,9% rispetto al quarto trimestre del 2019.

Questo calo significativo ha avuto luogo nonostante una crescita economica solida e un tasso di disoccupazione ai minimi storici.

Salari al minino in Italia: la critica dell’Ocse

L’Ocse ha criticato i Paesi, inclusa l’Italia, dove i salari reali continuano a diminuire nonostante i profitti aziendali siano più che buoni.

In molti Paesi c’è ancora spazio perché i profitti assorbano ulteriori aumenti dei salari“, ha dichiarato, sottolineando che le imprese possono permettersi di incrementare i salari “senza trasferirla sui prezzi finali“.

Il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, ha ribadito questa posizione, affermando che l’aumento delle retribuzioni rappresenta “un inevitabile recupero del potere d’acquisto“.

Durante l’assemblea dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI), Panetta ha sottolineato l’importanza di incrementare i salari per sostenere il potere d’acquisto delle famiglie.

Il ruolo dell’assegno di inclusione

L’Ocse ha inoltre richiamato l’attenzione sul ruolo cruciale dell’assegno di inclusione (Adi) in Italia, suggerendo di estendere l’accesso all’Adi.

Ciò permetterebbe: “Di proteggere i più vulnerabili concentrando le limitate risorse per la formazione sulle persone più vicine al mercato del lavoro

Nel gennaio scorso, l’Ocse aveva già notato la buona performance dell’export italiano rispetto agli altri partner europei nel periodo post-Covid.

Tuttavia, aveva anche sottolineato la necessità di un sistema di contrattazione collettiva più equilibrato.

Dove le imprese possano far crescere i salari e la produttività attraverso investimenti e innovazione, obiettivi legati agli aiuti europei del Recovery Plan.

Nonostante il mercato del lavoro italiano appaia solido, il Paese è ancora indietro rispetto all’occupazione femminile e giovanile.

Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha difeso le politiche fiscali del governo, soprattutto il taglio del cuneo fiscale, con cui l’Italia è riuscita: “A compensare l’incremento del costo della vita senza alimentare una spirale tra salari e prezzi“.