Salario minimo, governo Meloni incontra le opposizioni: ecco le proposte

Salario minimo, governo Meloni incontra le opposizioni: ecco le proposte

Sul salario minimo Giorgia Meloni continua a dire “No”, d’altra parte le opposizioni hanno già firmato una proposta di legge.

Come assicurato da Calenda nei giorni scorsi, è arrivato il giorno tanto atteso. In programma nel pomeriggio di oggi, venerdì 11 agosto, il vertice tra il governo e le opposizioni per discutere sul salario minimo. Certo si parla di dialogo, ma ognuno sembra restare fermo sulle proprie posizioni.

Giorgia Meloni in aula

Salario minimo, la proposta delle opposizioni

M5S, Pd, Avs, Azione e +Europa hanno firmato una proposta di legge articolata in sette punti, il cui pilastro è la soglia minima di retribuzione di 9 euro l’ora. Ecco quanto proposto dalle opposizioni:

  • Al lavoratore deve essere riconosciuto un trattamento economico complessivo non inferiore a quello previsto dai contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative, salvo restando i trattamenti di miglior favore.
  • Una soglia minima inderogabile di 9 euro all’ora “per tutelare in modo particolare i settori più fragili e poveri del mondo del lavoro”.
  • La “giusta retribuzione” non deve riguardare solo i subordinati, ma tutti i rapporti di lavoro con  necessità di tutela nell’ambito della parasubordinazione e del lavoro autonomo.
  • La nascita di una Commissione composta da rappresentanti istituzionali e delle parti sociali comparativamente più rappresentative, con il compito di aggiornare periodicamente il trattamento economico minimo orario.
  • Disciplinare e garantire l’effettività del diritto dei lavoratori a percepire un trattamento economico dignitoso.
  • Sia riconosciuta per legge l’ultrattività dei contratti di lavoro scaduti o disdettati.
  • Sia riconosciuto un periodo di tempo per adeguare i contratti alla nuova disciplina, e un beneficio economico a sostegno dei datori di lavoro per i quali questo adeguamento risulti più oneroso.

La posizione ferma di Meloni

La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni non sembra voler retrocedere invece sul suo pensiero: per lei è “No” al salario minimo. “Se stabilissi per legge una cifra minima oraria di retribuzione per tutti, allora il salario minimo potrebbe rischiare di essere più basso del minimo contrattuale previsto, spiega.

Il rischio sarebbe quello di “diventare un parametro sostitutivo e non aggiuntivo peggiorando molto di più i salari rispetto a chi li migliora. Il titolo è accattivante ma il risultato rischia di essere controproducente”.

La premier ha deciso però, per accontentare i lavoratori italiani, di mettere sul tavolo un pacchetto di interventi sul tema lavoro. L’intenzione è quella di avviare un ragionamento più ampio sull’estensione della contrattazione e del welfare aziendale, sulla riforma del cuneo fiscale, sul rinnovo dei contratti.

Lo stallo tra governo e opposizioni

I dibattiti fra le due parti non sembrano pronti a voler trovare un compromesso sul salario minimo. Le polemiche si fanno sentire dalle opposizioni, che hanno qualche perplessità sul da farsi a riguardo.

Elly Schlein, intervistata da La Stampa, ha dichiarato: “Spero che quest’incontro non sia una presa in giro per 3,5 milioni di lavoratori poveri. Abbiamo lavorato quattro mesi in commissione, la maggioranza ha fatto un emendamento soppressivo ma non ha avuto il coraggio di votarlo e ha sospeso irritualmente una proposta già incardinata in Aula”.

Poi interviene anche Carlo Calenda sull’argomento, affermando: “Siamo stati noi di Azione” a chiedere a Giorgia Meloni l’incontro sul salario minimo e ad avere “lavorato per costruire questo tavolo”. “La politica non può essere stare semplicemente ognuno dal suo lato della barricata a sventolare una bandierina”, ribadisce a Radio Anch’io su Rai Radio1.

Per Salvini invece “mettere un salario minimo rischia di abbassare gli stipendi. È invece necessario contrastare i contratti ‘pirata’ per garantire paghe dignitose a chi lavora”. Mentre Maria Teresa Bellucci di Fdi afferma che il governo sta affrontando il tema “con determinazione sin dalla legge di bilancio, lo continueremo a fare senza alcun pregiudizio rispetto alla possibilità di ascoltare le altre forze politiche”.