Un nuovo composto dannoso immesso nell’aria ogni 1,4 secondi: questo l’allarme lanciato dagli endocrinologi italiani, che chiedono aiuto all’Ue.
Un secondo e mezzo è il tempo che basta alle industrie, a livello mondiale, per produrre una nuova sostanza chimica, e quindi per aumentare i rischi per la salute umana e per l’ambiente. Questo è l’allarme lanciato dalla Sie, la Società italiana di endocrinologia, che chiede un intervento rapido alla Commissione Europea.
Il quadro dell’industria in Europa: una sostanza dannosa ogni 1,4 secondi
Nel corso del 42esimo congresso degli endocrinologi, tenutosi a Roma dal 28 giugno al 1 luglio 2023, è stato discusso il quadro attuale dello sviluppo e dell’emissione di composti da parte del settore secondario a livello globale, con particolare attenzione verso l’area europea. Inutile dire che la situazione è abbastanza preoccupante.
300 milioni sono le tonnellate di sostanze chimiche prodotte nell’Unione Europea in un anno, stando a quanto dice Eurostat, una ogni 1,4 secondi. Tra queste, circa 12 mila sono considerate dannose sia per gli essere umani che per la natura, in quanto sono in grado di alterare il funzionamento del sistema endocrino, cioè quello che regola ghiandole e ormoni, specialmente nei soggetti più fragili, causando potenzialmente malformazioni e tumori.
Il problema è che non dobbiamo pensare a tali “interferenti endocrini” – così sono chiamati dagli scienziati – solo come qualcosa di incorporeo immesso nell’aria. Anzi, diverse sostanze nocive, come ftalati o bisfenoli, sono presenti in tantissimi oggetti di uso comune, dalle bottiglie di plastica ai giocattoli alle vernici.
La richiesta all’Ue: una revisione del Reach
Per questo, la Sie, capeggiata dalla presidente Annamaria Colao e dal professore Gianluca Aimaretti, chiede a gran voce un intervento della Commissione Europea. La richiesta principale è quella di ampliare la lista dei composti vietati contenuta nel regolamento europeo 1907/2006 Reach, che si occupa appunto di autorizzare o meno le sostanze chimiche, e che, ad oggi, bandisce quasi 2000 composti.
“E’ fondamentale che la revisione sia adottata nell’ambito dell’attuale mandato politico della Commissione europea e del Parlamento europeo. Ritardare ulteriormente la revisione del Reach determinerà il persistere di un elevato livello della popolazioni ai cosiddetti interferenti endocrini” aggiungono Colao e Aimaretti, come riportato da SkyTg24.
Viene poi auspicato dalla Sie che l’Unione Europea sostenga la ricerca scientifica in materia e che vada avanti nella strada green già intrapresa per rendere le industrie più sostenibili, con la Strategia in materia di sostanze chimiche sostenibili nel 2020 e con il Net-Zero Industry Act e il Critical Raw Materials Act nel 2023.