Salva-calcio: il governo ci ripensa

Salva-calcio: il governo ci ripensa

L’emendamento per aiutare le società di calcio a dilazionare il pagamento delle tasse non ci sarà.

Il governo, in primis la premier Meloni, si è opposto fino a ieri all’emendamento salva-calcio, ovvero la norma che permette alle società sportive di dilazionare i pagamenti delle tasse. La proposta era stata avanzata dal senatore di Forza Italia Claudio Lotito nonché presidente della squadra di calcio SS Lazio, creando non poco conflitto di interesse. Poi vi era stata un’apertura da parte del ministro Abodi. Il Salva-Sport «ci sarà perché esistono misure per le imprese e verranno usate quelle» ha detto il ministro dello sport.

Oggi nel maxi emendamento atteso sulla legge di bilancio dal governo potrebbe esserci anche la norma relativa alle società sportive ma fonti rivelano che il governo ha deciso di accantonarlo definitivamente. La norma riguarda tutte, non solo le squadre di Serie A. «Pensiamo a tante società sportive, anche dilettantistiche. Nuoto, basket, o pallavolo: senza la rateizzazione fallirebbero» ha detto la capogruppo di Forza Italia Ronzulli.

Calciatore pallone

Cosa prevede la norma per le società sportive

Come spiega La Stampa verrà introdotto l’articolo 51 bis nella legge di bilancio che prevede che i versamenti e ritenute possono essere diluiti in 60 rate mensili dalle società. Sarà quindi possibile rateizzare le addizionali regionali e comunali, l’Iva e le imposte sui redditi ma non i contributi Inps. Le prime tre rate andranno saldate entro la fine di gennaio 2023 con una maggiorazione del 3%. Attualmente, tra Irpef, Inps e Iva il calcio deve all’Erario 800 milioni di euro di cui 600 sono della serie A.

La premier aveva bocciato la norma nel decreto Aiuti quater dicendo che sarebbe stato “incomprensibile” aiutare le società di calcio in un momento di difficoltà come questo mentre dovrebbero imparare a gestire i loro bilanci. Cosa ha deciso il governo si scoprirà soltanto oggi.

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