Salvini ieri è partito per la Polonia per la sua missione di pace insieme ad altri parlamentari dell’Osce. Ma il sindaco di Przemysl non lo riceve.
Il leader della Lega è partito ieri per la Polonia da dove raggiungerà il confine con l’Ucraina per la sua missione di pace e per aiutare i profughi ad attraversare il confine. Decisione contestata in Italia per il suo improvviso impulso pacifista. Ma anche all’estero, nella stessa Polonia dove è appena arrivato. Dopo gli incontri ufficiali a Varsavia oggi è arrivato a Przemysl, una cittadina al confine con l’Ucraina. Ma Salvini non è stato accolto con molto calore. Il suo arrivo è stato contestato e il sindaco della città si è rifiutato di riceverlo.
Wojciech Bakun il sindaco della città ha mostrato una foto di Salvini quando indossava la maglia con la faccia di Putin e ha detto al segretario del Carroccio: “Io non la ricevo, venga con me al confine a condannarlo.” Anche un gruppo di italiani presenti lo ha chiamato “Buffone” ma ha proseguito senza dare peso all’accaduto per proseguire il suo lavoro “per la pace, garantendo l’invio di aiuti italiani», e «impegnarsi per favorire l’arrivo e l’ospitalità in Italia di bimbi, donne e famiglie in fuga dalla guerra».
Il sindaco polacco rifiuta il leader leghista
Ha poi commentato questo episodio non reagendo alla provocazione dicendo: «Non ci interessa la polemica della sinistra italiana o polacca, siamo qui per aiutare chi scappa dalla guerra». Resta ancora poco chiaro il vero obiettivo di Salvini al confine con l’Ucraina. Ha messo in chiaro che la visita e la sua missione di pace restano personali e non hanno a che fare con la politica. Salvini all’inizio della guerra non ha preso una precisa posizione di condanna, data la sua vicinanza negli anni addietro con il presidente russo Putin.
La posizione di Salvini sembra di vicinanza alla popolazione ucraina per quello che stanno subendo. Allo stesso tempo però non vi è una condanna alla Russia e a Putin come responsabili di queste atrocità. Una posizione dovuta alla sua vicinanza con Putin e al partito russo. Ma anche ai forti legami commerciali presenti nel nord Italia con la Russia, soprattutto nelle leghiste Veneto e Lombardia.