Tav e caso Diciotti, tensione al governo. Matteo Salvini chiarisce: Voto di scambio? Il prossimo che ne parla lo querelo.
Superata la bufera legata alla manovra economica e superata anche quella legata al decretone per Quota Cento e Reddito di Cittadinanza, il governo è ora alle prese con due casi spinosi. Tav e caso Diciotti.
Tav e caso Diciotti, governo diviso
Il primo vede Lega e Movimento Cinque Stelle agli antipodi, con i pentastellati intenzionati a bloccare i lavori e i leghisti alla ricerca di un compromesso per portare a termine la realizzazione dell’opera.
Il caso Diciotti vede invece il gruppo di Luigi Di Maio alle prese con una scelta tutt’altro che semplice. Girare le spalle a Salvini su una decisione presa da tutto il governo o rinnegare anni di polemiche nascondendosi dietro a un più o meno valido “questo caso è diverso da tutti i precedenti“.
Ipotesi (rinnegata) del voto di scambio
È inevitabile che in molti abbiano visto nel voto di scambio una possibile soluzione. Il Movimento Cinque Stelle eviterebbe il processo a Salvini e la Lega farebbe un passo indietro sulla Tav, lasciando la decisione nelle mani del Movimento Cinque Stelle.
Nulla di nuovo se guardiamo alla politica precedente, niente di più lontano dalla realtà stando alle dichiarazioni di Matteo Salvini.
Matteo Salvini: Voto di scambio? Il prossimo che ne parla lo querelo
Intervenuto ai microfoni dei giornalisti, Matteo Salvini ha risposto a una domanda su un possibile voto di scambio tra Lega e Movimento Cinque Stelle per superare il doppio stallo sulla Tav e sul caso Diciotti.
“Il prossimo che ne parla lo querelo, perché non sta né in cielo né in terra. Magari quella era la vecchia politica Io sono assolutamente sereno e tranquillo ho fatto e farò il ministro dell’interno per difendere la sicurezza del Paese“.