Salvini chiarisce: “Non c’è Fleximan qui, ho solo chiesto una mappatura degli autovelox”. Tutti i dettagli.
Nel dibattito acceso sull’uso degli autovelox in Italia, è intervenuto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, durante il question time dell’11 settembre 2025, chiarendo la posizione del governo sulla questione. Le sue parole hanno voluto marcare una netta distinzione da chi compie atti vandalici contro i dispositivi elettronici per il controllo della velocità.
“Non c’è Fleximan qui sui banchi dei ministri, c’è solo un ministro che da quasi tre anni sta cercando di portare un po’ di ordine, semplificazione, sicurezza e velocità sulle strade italiane” ha dichiarato Salvini, facendo riferimento alla figura di “Fleximan”, emersa nei mesi scorsi come simbolo di protesta contro gli autovelox.

Mappatura obbligatoria e piattaforma online
L’obiettivo della misura è promuovere trasparenza ed equità. Il ministro ha spiegato che, nel mese di agosto, è stata avviata un’operazione trasparenza con l’istituzione di una piattaforma telematica per raccogliere i dati relativi agli autovelox su tutto il territorio nazionale.
“Abbiamo deciso di chiedere una mappatura degli autovelox in Italia. Nel mese di agosto abbiamo realizzato un’operazione trasparenza istituendo una piattaforma telematica per la raccolta dei dati relativi agli autovelox da parte di tutti gli enti locali” ha precisato il ministro come riportato da open.online che cita l’Agenzia Vista.
Scadenze e possibili rimozioni
Gli enti locali avranno tempo fino a ottobre per registrare i dispositivi esistenti sulla piattaforma. In caso contrario, gli autovelox non censiti saranno rimossi e non potranno più essere utilizzati per sanzionare i cittadini.
“Avranno tempo fino a ottobre per registrare su questa piattaforma, ormai via di definizione, i dispositivi presenti sul proprio territorio. Altrimenti i dispositivi andranno rimossi” ha concluso Salvini.
La misura, secondo il ministro, non mira a ostacolare la sicurezza stradale, ma a evitare che venga “usato il tema della sicurezza stradale per fare cassa sulla pelle di chi ogni giorno si alza la mattina per andare a lavorare.”