Giustizia, Salvini sfida M5s e Pd: “Raccolta di firme con i Radicali per referendum”

Giustizia, Salvini sfida M5s e Pd: “Raccolta di firme con i Radicali per referendum”

Matteo Salvini sfida M5s e Pd sulla giustizia: “Raccolta di firme con Radicali per referendum”.

ROMA – Matteo Salvini sfida M5s e Pd sulla giustizia. Intervenuto ai microfoni di Porta a Porta, il leader della Lega ha confermato l’intenzione di raccogliere le “500mila firme necessarie con i Radicali per una serie di quesiti su questo tema, sulla responsabilità penale dei giudici, perché qualunque lavoratore che sbaglia paga, e poi separazione carriere e abolizione della Severino“.

Nel suo intervento non sono mancate le critiche agli alleati di governo: “Questo Parlamento con Pd e Stelle non farà mai una riforma della Giustizia. Per questo stiamo organizzando con il Partito Radicale una raccolta firme per alcuni quesiti referendari“.

Coprifuoco

Il leader della Lega ritorna a parlare anche del coprifuoco. “Il Consiglio dei ministri – ha confermato Salvini, riportato da La Repubblicae i ministri della Lega porteranno le richieste di riaprire […]. Abbiamo visto il modello Madrid, dove peraltro hanno votato, quindi si può farlo anche in queste situazioni […]. Noi siamo un partito concreti, non pretendo tutto subito, però, non si possono tenere chiusi gli italiani a casa a distanza […]. Se ci fosse una conferma del coprifuoco sarebbe una punizione per gli italiani e non per Salvini […]“.

L’ex ministro attacca nuovamente il ministro Speranza: “Non si possono tenere chiusi 60 milioni di italiani a casa, qualcuno al governo voleva tenerli dentro fino a giugno. Fosse stato per speranza ne riparlavamo a luglio […]“.

Matteo Salvini

Governo Draghi

Salvini parla anche della presenza della Lega al Governo: “A livello nazionale abbiamo fatto una scelta diversa, abbiamo scelto di prenderci le nostre responsabilità con l’obiettivo di risolvere i problemi. Se salta il coprifuoco, non è perché qualcuno fuori protesta. E’ giusto che i lavoratori manifestino, che stiano fuori, ma io sono pagato dagli italiani per stare dentro e risolvere i problemi. Io sto in Parlamento e al governo a risolvere i problemi, fino a che non li abbiamo risolto tutti […]“.