Negato il rinnovo della carta d’identità al figlio di Totò Riina: scoppia il caos

Negato il rinnovo della carta d’identità al figlio di Totò Riina: scoppia il caos

Le parole del terzogenito di Totò Riina: “Mi sento perseguitato e bersagliato per ogni cosa io faccia”.

Dura la reazione di Giuseppe Salvatore Riina, detto Salvo, quando gli è stata negata la possibilità di rinnovare la propria carta di identità. Il figlio del Capo dei capi di Cosa nostra, morto nel novembre 2017, si scaglia contro il Comune di Corleone, dove risiede. Il Comune avrebbe indetto un consiglio comunale con il fine di sollecitare Riina a lasciare la città.

“Ho pagato il mio debito con la giustizia”

Il figlio di Totò Riina, infatti, non può credere alla decisione del Comune di Corleone: “Nonostante abbia pagato il mio debito con la giustizia, nonostante mi sia allontanato da ogni logica delinquenziale e nonostante non abbia più nessun procedimento a carico, mi sento perseguitato, oppresso, tartassato e bersagliato per ogni cosa io faccia“.

Il caso è seguito dal legale di fiducia di Salvo, Fabiana Gubitoso del Foro di L’Aquila. L’avvocato spiega che il Comune di Corleone ha deciso di “sollecitare le autorità e la magistratura ad obbligare il Riina a lasciare la città poiché la sua presenza viene ritenuta inopportuna, sgradita e indesiderata“.

Il desiderio di Salvo Riina: “Voglio essere lasciato in pace”

Inoltre, l’avvocato Gubitoso aggiunge: “Affermare pubblicamente che il Riina sia ancora pericoloso significa non credere alla rieducazione del reo e calpestare la nostra Costituzione. Continuare ad accostare il suo nome al padre, significa avere pregiudizi e preconcetti indelebili“.

Infine, il pensiero di Salvo che conclude dicendo: “Voglio essere lasciato in pace e poter vivere tranquillamente la mia vita, seguendo il mio lavoro di autore e dedicare il mio tempo ai miei affetti e interessi, come una persona qualsiasi“.

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