Dopo l’undicesimo rinvio dell’udienza di Shabbar Abbas, l’imputato potrebbe essere processato in videoconferenza.
Il processo di Shabbar Abbas è stato rinviato per l’undicesima volta, per cui l’uomo si trova ancora in Pakistan. L’uomo è stato accusato dalla Procura di Reggio Emilia dell’omicidio della figlia Saman, la 18enne pakistana scomparsa a fine aprile 2021, i cui resti sono stati rinvenuti nei pressi di un casolare a Novellara lo scorso novembre.
L’arresto di Shabbar
Dopo essere fuggito dall’Italia insieme a sua moglie Nazia Shaheen, Shabbar è stato arrestato nella provincia del Punjab, con l’accusa di essere stato il mandante dell’omicidio di sua figlia. Il padre di Saman Abbas si è presentato davanti al giudice istruttore di Islamabad il 24 novembre, e sono stati consegnati al suo avvocato i documenti ricevuti dal governo italiano per studiare il caso.
Il 10 gennaio, il magistrato ha anche chiesto a Shabbar dove si trovasse sua moglie, Nazia Shaheen, ma l’uomo ha risposto: “Sono in prigione, non ne so nulla”. La donna quindi risulta ancora latitante. Iannuccelli dichiara che “la famiglia Abbas ha radici in Germania e in Inghilterra, quindi non mi sento di escludere che possa essere nascosta da qualche parte anche in Europa”.
Il processo
L’ultima udienza del 19 gennaio è saltata a causa dell’assenza dell’avvocato difensore, dopo che 10 giorni prima era mancato un funzionario dell’agenzia investigativa pakistana. Questa volta invece viene rinviata l’estradizione in assenza delle parti. L’udienza è stata ora aggiornata al 21 febbraio.
Venerdì intanto, presso la Corte d’Assise di Reggio Emilia, è iniziato il processo per l’omicidio di Saman Abbas dove erano presenti lo zio e i due cugini, accusati del delitto. La Corte dovrebbe pronunciarsi il 17 febbraio sulla richiesta della Procura di giudicare Shabbar in videoconferenza, anche se sarà l’imputato a dover dare il consenso alla partecipazione da remoto.