Gli inquirenti hanno terminato le operazioni di recupero dei resti umani. Adesso sarà l’autopsia a confermare l’identità del corpo.
Continuano le indagini sulla morte della giovane Saman Abbas, la 18enne pakistana uccisa per mano della sua famiglia in seguito al suo rifiuto di sottostare ad un matrimonio combinato con suo cugino. Gli inquirenti hanno completato il lavoro di riesumazione del corpo trovato.
Le autorità competenti hanno spiegato che è molto probabile che i resti ritrovati appartengano alla giovane pakistana. Sarà comunque l’autopsia a confermare quella che per ora è solamente un’ipotesi. In seguito all’arresto del padre di Saman Abbas, lo zio della vittima ha rivelato il luogo in cui si trovano i resti della giovane 18enne pakistana morta per mano della sua stessa famiglia. Lo zio della giovane si è recato sul posto, accompagnato dagli inquirenti. Attualmente l’uomo si trova detenuto in carcere.
Il sopralluogo
Secondo quanto appreso, i resti umani trovati si trovano all’interno di un sacco nero – come avevano supposto inizialmente gli inquirenti. Per questo motivo il recupero dei resti risulta piuttosto complicato. Il 23 novembre, nel luogo indicato dallo zio della vittima è giunta la dottoressa Cristina Cattaneo per effettuare un sopralluogo.
Insieme alla donna c’erano avvocati e consulenti di parte, i vigili del fuoco, ed il procuratore Laura Galli e le forze dell’ordine. Nel terreno in cui è stato abbandonato il corpo, situato nei pressi dell’abitazione in cui Saman viveva con la famiglia, gli inquirenti hanno rinvenuto uno strato di rottami e di terra argillosa.
Il corpo si trovava sotto terra, nei pressi di un casolare abbandonato nelle campagne di Novellara, a Reggio Emilia. Il cadavere si trovava ad una profondità di due metri. Sarebbe stato seppellito – spiega Il Resto del Carlino – utilizzando una tecnica simile a quella impiegata per le tombe etrusche e romane.