E’ stata impiccata la sposa bambina che uccise il marito

E’ stata impiccata la sposa bambina che uccise il marito

Samira Sabzian si trovava da 10 anni nel braccio della morte nel carcere iraniano. La Ong denuncia: “Per anni vittima di violenze”.

Imprigionata e condannata alla pena capitale in Iran, l’allora 19enne Samira Sabzian è stata impiccata all’alba di oggi, mercoledì 20 dicembre. Data in sposa quando era solo una bambina, la ragazza uccise il marito dopo quattro anni di violenze di ogni genere.

La morte di Samira, l’ex sposa bambina

Aveva solo 15 anni Samira Sabzian, quando nel 2009 fu costretta a sposare un uomo più anziano. Un uomo violento, che la sottoponeva ad abusi di ogni genere. Otto anni fa, nel 2013, all’età di 19 anni la ragazza trovò il coraggio di ammazzare suo marito, mettendo fine alle violenze subite per anni.

L’ex sposa-bambina, che ha preferito farsi giustizia da sola, non ha avuto scampo alla punizione del regime islamista. L’Iran l’ha condannata a morte, finché non è arrivato il giorno che il Governo attendeva: oggi, la donna è stata impiccata.

In otto anni di detenzione in carcere, solo di recente le era stato concesso di vedere i suoi due figli: Samira aveva infatti rinunciato a questa possibilità, con la speranza di riusce a ottenere la clemenza della famiglia del marito.

La denuncia della Ong: “Vittima della macchina omicida del regime”

A dare la triste notizia è stata la Ong norvegese Iran Human Rights, che da sempre si batte per i diritti violati delle donne iraniane, come quelli della ormai defunta Samira Sabzian. Su Twitter, l’associazione denuncia: “Samira è stata vittima per anni di un apartheid di genere, matrimonio da bambina e violenza domestica, oggi è vittima della macchina omicida di un regime incompetente e corrotto”.

“Ali Khamenei e gli altri leader della Repubblica islamica devono essere ritenuti responsabili di questo orrendo crimine, dichiara il direttore dell’ong Mahmood Amiry-Moghaddam. Poi ha concluso: “Dobbiamo lottare ogni giorno per salvare le migliaia di altre persone che rischiano di diventare vittime della macchina omicida per preservare la sopravvivenza del regime”.