Sampdoria, Giampaolo: “Ne voglio 20, non voglio allenarne 25”

Sampdoria, Giampaolo: “Ne voglio 20, non voglio allenarne 25”

Sampdoria, Marco Giampaolo parla alla vigilia del match contro l’Empoli, rimarcando come vuole sempre una rosa corta rispetto che lunga.

Il tecnico della Sampdoria, Marco Giampaolo è intervenuto in previsione del match contro l’Empoli. Queste le sue parole: “Le partite adesso sono tutte importanti. Questa e le successive. Sempre”. Aggiunge “Ogni domenica giocheremo partite importanti. I giocatori sanno che le partite sono importanti. Poi arriveranno quelle determinanti”.

Il pensiero sull’Empoli: “L’Empoli è una squadra costruita per giocare a calcio. E’ nella loro tradizione. Andreazzoli è molto bravo, idee innovative. Ho visto diverse partite dell’Empoli, hanno qualità, hanno freschezza, hanno spregiudicatezza, hanno conoscenze.”

“E’ una squadra da affrontare con le giuste motivazioni, con il giusto atteggiamento, con la giusta mentalità e con grande attenzione. E’ una squadra che, nello score in trasferta, ha numeri invidiabili. E’ una partita da prendere con le molle, difficile e noi dobbiamo essere consapevoli dell’importanza di questa partita”.

Marco Giampaolo

Giampaolo continua la conferenza stampa

Marco Giampaolo spiega così il momento della Sampdoria: “Bisogna essere bravi a trovare risorse interne e a capire come giocare di partita in partita. Probabilmente non giocheremo sempre allo stesso modo da qui alla fine perchè le contestualizzeremo ma dovremo tirare fuori il meglio da ognuno di loro.”

Aggiunge: “Innanzitutto ho un metodo di lavoro che non esclude nessuno, non me lo sono mai sognato nella mia carriera di escludere qualcuno. Ne voglio 20, non voglio allenarne 25 perchè lì devi escluderne qualcuno. Nella partecipazione al lavoro settimanale io coinvolgo sempre tutti.”

Continua: “Oggi il calcio dice che è cambiato perchè si inizia in undici e si finisce in sedici. Cinque cambi alla fine sono il 50% dei primi undici e cambiano totalmente le squadre. Chi ha panchine profonde, panchine di qualità, riesce anche a cambiare le partite. E io ai miei calciatori dico che si inizia in undici ma si finisce in sedici, i cambi ti possono affossare come dare quella spinta in più.”

Conclude così: “Non ci sono più titolari o riserve. Ci sono undici che la giocano e sedici che la finiscono. Nel 2022 la visione del calcio è cambiata. Una volta ci ricordavamo la formazione dell’1 all’11 come un ritornello, adesso è tutto diverso”.

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