Il sindaco di Santa Marinella chiede risarcimenti per la diffusione di video hot: le indagini si chiudono sul consigliere comunale.
A Santa Marinella, un tranquillo comune in provincia di Roma, è scoppiato uno scandalo che ha coinvolto il sindaco Pietro Tidei. Il 77enne primo cittadino è stato al centro di un caso di presunti video hot registrati negli uffici del Comune. Potrebbe essersi trattato di una strategia per far cadere la giunta di centrosinistra?
Lo scandalo dei video hot del sindaco
Al centro dello scandalo sarebbe stato coinvolto Pietro Tidei, sindaco di Santa Marinella dal 25 giugno 2018, che – a metà settembre del 2023 – si è trovato nei guai a causa dei presunti video hot circolati negli uffici del Comune.
La sua immagine è stata rovinata dalle parole dei giornali che lo avrebbero definito in codice come ‘Rocco Siffredi’, “in virtù delle immagini registrate nell’anticamera del suo ufficio, l’ormai mitologica ‘stanza Romeo’, pareti gialle e divano rosso a forma di ‘elle'”, spiega il Corriere della Sera.
Le indagine si erano focalizzate, in seguito a una sua denuncia, su un presunto complotto per far cadere la giunta di centrosinistra. Motivo per cui i Carabinieri piazzarano nel palazzo del Comune cimici e telecamere.
Cosa spunta dalle immagini?
Ma ecco che dalle indagini dei mesi precedenti, spuntano per errore anche alcuni video in cui si vede il sindaco Tidei, in due momenti diversi, accingersi con due signore sposate. “I filmati scottanti, registrati dalle microspie, erano finiti così in mano agli indagati, pur se penalmente irrilevanti”, prosegue il quotidiano.
Tuttavia, le immagini sessualmente esplicite, secondo la Procura, sarebbero state utilizzate da avversari politici “per vendetta contro il sindaco come emerge dalle chat” di uno degli indagati.
Revenge porn: il consigliere sotto il mirino
Il consigliere comunale di Santa Marinella, Roberto Angeletti, è ora ufficialmente accusato del reato di revenge porn. Secondo le indagini, avrebbe fatto circolare su WhatsApp i video, anche dopo che gliene era stata sequestrata una copia: nel caso è stata coinvolta anche la sorella di Angeletti, ex poliziotta.
Oltre a Roberto Angeletti e sua sorella, altre due persone sono indagate per il reato di pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale. Pietro Tidei ha annunciato che si costituirà parte civile e chiederà il risarcimento, attendendo “fiducioso l’inizio del giudizio penale”.