Daniele Santanchè è stata minacciata di morte da un utente social tramite un commento. Il caso e la solidarietà dei colleghi.
A distanza di qualche mese dal caso truffa Inps riguardante Daniela Santanchè, la ministra del Turismo ha reso noto di essere stata minacciata sui social. La politica ha spiegato la situazione vissuta in occasione del BizTravel Forum 2025 a Milano, come riportano varie fonti.
In seguito alle segnalazioni ricevute, le autorità competenti sono riuscite a risalire all’identità dell’utente che ha scritto il commento incriminato. In merito a questa vicenda, non ha tardato ad arrivare la solidarietà espressa dai colleghi.

Santanchè minacciata sui social
La ministra del Turismo ha ricevuto un commento sgradevole su Facebook, da parte di un utente successivamente identificato: “Nessuno spara alla Santanchè? Non si dimette? L’unico modo per farla dimettere è prendere un fucile e spararle“.
La diretta interessata ha poi commentato l’accaduto: “Minacciare le persone di morte. Questo lo trovo brutto, ma non fa niente: vado avanti per la mia strada, faccio quello che devo fare e non posso fare altri commenti“.
Daniela Santanchè ha poi ringraziato le forze dell’ordine, le quali sono prontamente intervenute: “Ringrazio le forze dell’ordine per il grande lavoro svolto. Sono riuscite a capire chi è, dove abita e quali fossero le sue intenzioni“.
La solidarietà dei colleghi
Dopo le minacce ricevute, la ministra ha ricevuto la massima solidarietà da parte di alcuni colleghi. Su tutti Ignazio La Russa, tramite un post pubblicato sui social.
Solidarietà e vicinanza alla senatrice e amica Daniela Santanchè per le minacce di morte ricevute sui social. Le intimidazioni, gravi e inaccettabili, anche on line non vanno mai sottovalutate e sono da condannare sempre con estrema fermezza.
— Ignazio La Russa (@Ignazio_LaRussa) November 27, 2025
Rilasciata anche una dichiarazione di sostegno anche da parte di Elisabetta Casellati, ministra per le Riforme istituzionali: “Ancora una volta il web è teatro di episodi inaccettabili di violenza che vanno condannati senza esitazione. In un Paese civile e democratico non possono esistere “zone franche”: le minacce di morte online costituiscono reato e devono essere perseguite e contrastate con ogni mezzo a disposizione delle autorità“.