La ministra del Turismo Daniela Santanché attacca le spiagge libere e ipotizza la loro privatizzazione per non lasciarla a rifiuti e tossicodipendenti.
Intervenendo all’assemblea di Confesercenti a cui partecipano anche i gestori delle concessioni balneari, Daniela Santanché ha detto che le spiagge libere sarebbero rovinate da «tossicodipendenti e rifiuti». La ministra del Turismo ha messo sullo stesso piano i rifiuti e le persone maleducate che non li raccolgono e le persone con problemi di dipendenza da droghe che secondo Santanché andrebbero nelle spiagge libere a drogarsi.
Il governo dovrà risolvere la questione delle concessioni balneari che hanno dato non pochi problemi anche nella scorsa legislatura. Questa questione non riguarderebbe la ministra del Turismo ma piuttosto il governo starebbe pensando di dare la delega al ministro del Mare Nello Musumeci. Ma Santanché ha voluto esprimersi e ha proposto la privatizzazione delle spiagge libere. «Sarebbe bene prima assegnare quelle spiagge che ora non sono assolutamente servite […] se uno va a vedere le spiagge in posti meravigliosi, le cosiddette spiagge libere, ci sono tossicodipendenti, rifiuti. Nessuno pensa a tenerle in ordine» ha detto.
Santanché: “Pensate se non potessimo più mangiare pasta con le vongole”
Nel suo intervento all’assemblea di Confesercenti ha ribadito più volte la sua posizione contraria alla liberalizzazione delle concessioni balneari. Il tema è annoso e il governo dovrà affrontarlo, anche se appunto non spetterà a Santanché decidere. Da anni si parla di indire nuove gare internazionali per l’affido della gestione dei nostri stabilimenti balneari, secondo quanto prevede la direttiva Bolkestein del 2006. Finora le concessioni italiane sono sempre state prorogate senza gara. Più volte l’Italia è stata ripresa dall’Europa e invitata a rispettare la direttiva.
La scadenza posta dal governo Conte e confermata dal governo Draghi è dicembre 2023, per questo la gestione delle concessioni balneari è un tema che il governo deve necessariamente affrontare e risolvere. «Mi fa sentire male l’idea: pensate se non potessimo più mangiare i nostri spaghetti alle vongole o la nostra parmigiana di melanzane, cose che fanno parte della nostra identità» ha detto la ministra Santanché pensando all’ipotesi che le concessioni vadano a imprese straniere.