Confessione shock: bimba uccisa dopo essere stata legata, morsa dai parenti e bruciata col ferro da stiro

Confessione shock: bimba uccisa dopo essere stata legata, morsa dai parenti e bruciata col ferro da stiro

Orribile vicenda ai danni di una bimba di 10 anni morta dopo i drammatici maltrattamenti della sua famiglia. La confessione del padre di Sara Sharif.

Sembra che il puzzle si stia finalmente dileando nella tragica morte di Sara Sharif, la piccola bambina di 10 anni deceduta a seguito dei maltrattamenti subiti in famiglia. La vicenda arriva da Woking, in Inghilterra, e per il decesso della piccola sono indagati suo padre, sua madre e suo zio che, però, hanno negato l’omicidio. In queste ore, però, sarebbe arrivata la confessione, o per lo meno l’ammissione del papà.

Sara Sharif morta a Woking: i fatti

La morte di Sara Sharif, come ricordato in queste ore anche dalla BBC, risale all’agosto dello scorso anno. Il corpicino della bambina, nata nel Berkshire da mamma polacca e papà pakistano, era stato trovato senza vita nella sua casa di Woking, in Inghilterra, e mostrava chiari segni di maltrattamento e di violenza.

Secondo le ricostruzioni eseguite dalle autorità, la piccola, prima di morire, sarebbe stata vittima di abusi continui per settimane. Nel dettaglio sarebbe stata legata ad un termosifone, successivamente avrebbe subito morsi su gambe e braccia da partedi qualche suo parente. La testa avrebbe riportato gravi e profonde lesioni nel tempo. Ad aggiungere ulteriore amarezza, anche una ustione fatta col ferro da stiro e ritrovata su una natica.

La confessione e l’arresto

La scoperta sulla piccola Sara è stata fatta a seguito di una telefonata di suo padre che, col resto della famiglia, subito dopo la morte della bambina, era volato in Pakistan. L’uomo avrebbe telefonato alle autorità confessando di aver ucciso la piccola. “L’ho picchiata in modo legale e lei è morta”, sarebbero state le sue parole. Frasi confermate anche in un biglietto trovato accanto al corpicino della bimba nel quale l’uomo spiegava di essere “scappato per paura”.

A seguito dei fatti, il 13 settembre scorso Sharif, Batool e Malik – padre, madre e zio della vittima – sono atterrati nel Regno Unito all’aeroporto di Gatwick con un volo proveniente dal Pakistan con scalo a Dubai e sono stati arrestati. Al netto del fermo, i tre si sono dichiarati non colpevoli del capo d’accusa ai loro danni e si sono accusati reciprocamente. Adesso si attende il processo con la prima udienza che dovrebbe essere il prossim 13 dicembre.

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