Maurizio Sarri parla del suo futuro dopo le dimissioni dalla Lazio: “Ho ricevuto offerte, ma nessuna mi ha convinto.”
Maurizio Sarri, tecnico toscano noto per il suo calcio metodico e offensivo, è senza panchina dal marzo 2024, quando ha rassegnato le dimissioni alla Lazio. Una decisione che non derivava solo da ragioni professionali, ma anche personali. Nei mesi successivi, infatti, il tecnico ha affrontato momenti difficili, tra lutti familiari e problemi di salute.
Proposte da tutto il mondo, ma nessuna scintilla
In un’intervista a Il Corriere della Sera, Sarri ha spiegato: «Stare senza calcio? È difficile a causa di problemi personali: qualcuno si è risolto, altri no. Ho perso mia mamma e uno zio a cui ero legatissimo. Mia moglie è stata in terapia intensiva e anche io ho avuto un infortunio. Dopo la sofferenza ci siamo ripresi».
Nonostante l’assenza dal campo, le offerte non sono mancate. Club da diversi continenti hanno provato a convincerlo, tra cui una ricca proposta dall’Arabia Saudita. Eppure, nessuna è riuscita a riaccendere la passione del tecnico.
«Ne è arrivata più di una e da continenti diversi, anche una ricchissima dall’Arabia Saudita. Nessuna proposta mi ha fatto scattare quel clic interiore per rimettermi in gioco. Cosa serve? Un grande progetto. Ho lavorato in squadre importanti negli ultimi 10 anni, ora spero di ricevere la chiamata giusta, così da far accendere la scintilla. Sennò sto fermo», ha dichiarato Sarri, sottolineando come non sia disposto a tornare in panchina solo per convenienza economica.
Il Milan e l’attesa della chiamata giusta
Tra le voci più insistenti c’è quella che riguarda il Milan, che avrebbe pensato a Sarri prima di virare su Sérgio Conceição. Interrogato sulla questione, il tecnico ha preferito non approfondire: «Non rispondo, le dico solo che in generale ho ricevuto proposte formulate in maniera tale da non farmi vacillare».
Il rapporto tra Sarri e il Milan sembra un filo che si intreccia e si spezza senza mai concretizzarsi. Già nel 2015 ci fu un contatto con Adriano Galliani, poi sfumato all’improvviso: «Dopo il colloquio, Galliani mi disse che la trattativa stava andando a buon fine. Ma poi non lo sentii più: secondo me il Cavaliere trasalì quando lesse una mia intervista dove dissi che non avrei votato Renzi perché troppo a destra come Berlusconi».
Alla fine, tra passato e futuro, resta la volontà di non accettare compromessi. Come lo stesso Sarri ha ribadito: «Mi manca l’adrenalina. Mi piace tutto del calcio, tranne una cosa: il calciomercato. Sembra la soluzione per risolvere ogni problema, ma non si parla mai di come sviluppare il talento».
