Scabbia in Italia: perché il farmaco più usato non funziona più
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Scabbia, +750% di casi in Italia: perché il farmaco più usato non funziona più

Un ragazzo con il prurito nelle braccia

Scabbia in Italia: +750% di casi in tre anni. Ecco chi è più a rischio e perché il farmaco più usato potrebbe non funzionare più.

Non solo il boom di influenze, come annunciato recentemente da Fabrizio Pregliasco, ma anche la scabbia sta tornando prepotentemente a colpire l’Italia. Una malattia cutanea spesso associata ai Paesi in via di sviluppo, ma che negli ultimi anni ha registrato una crescita esponenziale anche alle nostre latitudini.

Secondo gli esperti della Società italiana di dermatologia e malattie sessualmente trasmesse (Sidemast), come riportato da Adnkronos, tra il 2020 e il 2023 si è verificato un aumento fino al 750% dei casi in alcune aree del Paese. Tra i principali fattori di rischio spunta anche la crescente resistenza ai farmaci.

Medico

Scabbia in Italia: quali sono i sintomi da non ignorare

Il sintomo principale della scabbia è un prurito intenso, soprattutto notturno, accompagnato da piccole papule, spesso localizzate su mani, piedi e genitali. “Se associato a piccole papule o a lesioni cutanee tra le dita, ai polsi, all’ombelico o ai genitali, può trattarsi di scabbia“, spiega Giuseppe Argenziano, presidente Sidemast.

Le categorie più a rischio, scrive Adnkronos, sono bambini, adolescenti, anziani nelle RSA e persone con fragilità sanitarie o sociali. In caso di sospetto, è fondamentale evitare il fai da te e consultare immediatamente un medico. La diagnosi precoce è cruciale per avviare tempestivamente una terapia adeguata. Inoltre, è essenziale trattare anche i contatti stretti, anche se asintomatici, e seguire rigorose misure igieniche

Il boom dei casi: le cause e la resistenza ai farmaci

Il ritorno della scabbia in Italia è legato a vari fattori: il lockdown prolungato, l’isolamento in ambienti sovraffollati, il boom del turismo post-pandemia e la crescente resistenza ai farmaci. A lanciare l’allarme è Michela Magnano, dermatologa Sidemast, che ha sottolineato anche l’inefficacia crescente della permetrina, il farmaco più usato per il trattamento.

I fallimenti alla permetrina sembrerebbero poter essere attribuiti a un’effettiva resistenza alla terapia“, spiega. Studi scientifici documentano questa resistenza in vari Paesi europei, inclusa l’Italia, e suggeriscono che l’acaro possa neutralizzare il principio attivo a causa di mutazioni.

Tuttavia, rimane dibattuto se si tratti di una vera resistenza o di una forma di tolleranza. “Esistono lavori che dimostrerebbero come alterazioni enzimatiche e proteiche dell’acaro possano mediare tali meccanismi di resistenza“, conclude l’esperta.

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ultimo aggiornamento: 10 Giugno 2025 15:41

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