Scandalo Sangiuliano-Boccia: spunta un clamoroso documento sulla scomparsa della chiave d’oro di Pompei

Scandalo Sangiuliano-Boccia: spunta un clamoroso documento sulla scomparsa della chiave d’oro di Pompei

La preziosa chiave d’oro di Pompei, donata a Sangiuliano, è al centro di un’indagine, spunta un documento inedito su Maria Rosaria Boccia.

Emergono nuovi dettagli sull’intricata vicenda della chiave d’oro di Pompei, un dono simbolico di grande valore economico e storico, attualmente al centro di un’inchiesta della Procura di Roma e della Corte dei Conti, che vede tra i presunti coinvolti Sangiuliano e Boccia.

La chiave, dal valore stimato di circa 12mila euro, era stata consegnata all’ex ministro Gennaro Sangiuliano dal sindaco di Pompei, Carmine Lo Sapio. Tuttavia, la sua attuale ubicazione è avvolta nel mistero, alimentato da nuovi documenti e testimonianze.

Maria Rosaria Boccia

Il ruolo di Maria Rosaria Boccia e il “Boccia-gate”

Secondo quanto rivelato da Le Iene, in un servizio che sarà trasmesso prossimamente, la chiave potrebbe essere nelle mani di Maria Rosaria Boccia, consulente ministeriale ed ex intermediaria nell’affare.

In un’intervista a La Stampa, la Boccia ha confermato di aver facilitato la consegna dell’onorificenza a Sangiuliano, pur ammettendo che la situazione era complicata a causa delle divergenze politiche tra il ministro e il sindaco di Pompei. Tuttavia, la questione della chiave d’oro si è ulteriormente complicata con l’emergere di un documento inedito che getta nuove ombre sulla vicenda.

L’ex ministro Sangiuliano aveva inizialmente dichiarato che la chiave era stata correttamente protocollata insieme ad altri doni ricevuti durante il mandato.

Tuttavia, una nuova documentazione mostra che Sangiuliano avrebbe ritenuto il valore della chiave inferiore ai 300 euro, cifra al di sotto della quale non sarebbe stato necessario depositare l’oggetto presso il ministero. Questo dato entra in contrasto con le valutazioni ufficiali, secondo cui la chiave avrebbe un valore di gran lunga superiore.

Il precedente di Franceschini e la reazione di Sangiuliano

Il caso non è unico. Anche il predecessore di Sangiuliano, Dario Franceschini, aveva ricevuto una copia della chiave d’oro di Pompei durante il suo mandato. Tuttavia, Franceschini, come da lui stesso riportato a Le Iene, non aveva attribuito un particolare valore all’oggetto, considerandolo un semplice simbolo tra i molti ricevuti. Solo dopo lo scoppio del caso, Franceschini ha restituito la sua copia, affermando di non aver mai sospettato alcun valore economico rilevante.

L’attenzione ora si sposta su Boccia, vista l’ipotesi che la chiave potrebbe essere in suo possesso. La Procura ha aperto un’indagine per verificare la correttezza delle procedure seguite e stabilire se ci siano state irregolarità. Al momento, Sangiuliano ha manifestato la disponibilità a coprire la differenza di valore, mentre la Boccia ha preferito non rilasciare ulteriori dichiarazioni, facendo appello alla tutela della sua reputazione. Il tutto come riportato da open.online.