Il ministro della Cultura Giuli ha rimosso a sorpresa il capo di Gabinetto del ministro Sangiuliano, Francesco Gilioli. Ecco le motivazioni.
L’improvviso allontanamento di Francesco Gilioli, capo di Gabinetto del precedente ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, ha colto tutti di sorpresa.
Alessandro Giuli, subentrato alla guida del Ministero, ha infatti deciso di revocare l’incarico a Gilioli, motivando la scelta con una nota ufficiale dove dice che è “venuto meno il rapporto fiduciario“.
Pur senza entrare nei dettagli, il MiC ha reso noto che il cambiamento era ritenuto necessario, segnalando una frattura insanabile tra il ministro e il funzionario.
Un cambio di rotta del ministro Giuli
Francesco Gilioli, come riportato da Fanpage.it, ha ricoperto importanti ruoli istituzionali nel corso della sua carriera.
Dal 2018 al 2022 è stato capo dell’Ufficio di segreteria della Prima Commissione permanente al Senato e ha servito come segretario in altre commissioni rilevanti.
Tuttavia, con la revoca del suo incarico da capo di Gabinetto, la sua permanenza ai vertici del Ministero della Cultura si conclude bruscamente.
L’allontanamento di Gilioli potrebbe essere collegato a una più ampia ristrutturazione all’interno del MiC. Il ministro Giuli, che ha preso il timone del ministero dopo lo scandalo che ha travolto Sangiuliano, ha manifestato sin da subito la volontà di intervenire su diverse questioni delicate.
Tra queste, la gestione degli ingressi al Ministero, che durante la precedente amministrazione aveva generato polemiche e le nomine dei consulenti per i fondi pubblici destinati al cinema.
La scelta del nuovo ministro di modificare i nomi inseriti da Sangiuliano nella commissione è stata giustificata dalla necessità di garantire una maggiore equità, soprattutto in termini di equilibrio di genere.
Le implicazioni del caso Sangiuliano
Il caso Gilioli potrebbe non rimanere isolato. L’intervento del ministro Giuli potrebbe essere il primo passo verso un ridimensionamento dello staff ereditato dall’amministrazione precedente.
Già durante la transizione, erano emerse voci che suggerivano la volontà del nuovo ministro di prendere le distanze dai collaboratori di Sangiuliano, soprattutto in seguito alle polemiche sorte con l’imprenditrice Maria Rosaria Boccia.
Ora che Gilioli ha perso il suo incarico, l’attenzione si sposta sui membri dello staff che potrebbero essere coinvolti in ulteriori “blitz” di riorganizzazione.