Scandalo Soumahoro: arriva la svolta per la moglie e suocera del deputato

Scandalo Soumahoro: arriva la svolta per la moglie e suocera del deputato

Il tribunale di Latina ha revocato gli arresti domiciliari a Liliane Murekatete e Marie Therese Mukamatsindo, moglie e suocera di Soumahoro.

Il tribunale di Latina ha recentemente preso una decisione significativa nel caso Soumahoro, revocando gli arresti domiciliari a Liliane Murekatete e Marie Therese Mukamatsindo, rispettivamente moglie e suocera del deputato Aboubakar Soumahoro.

Come riportato da tgcom24.mediaset.it, le due donne sono coinvolte in un’inchiesta riguardante la gestione illecita di fondi destinati ai migranti ospitati nei centri di accoglienza nel comune di Sezze, in provincia di Latina. Secondo le accuse, il denaro sarebbe stato utilizzato per acquisti di beni di lusso e investimenti immobiliari all’estero, oltre a evasioni fiscali per milioni di euro tra IVA e contributi non versati.

volante della polizia

Dettagli del procedimento

La decisione del tribunale di Latina si basa sulla valutazione delle esigenze cautelari, giudicate ora meno stringenti. Liliane Murekatete e Marie Therese Mukamatsindo, inizialmente poste agli arresti domiciliari, dovranno ora recarsi quotidianamente presso la stazione dei carabinieri per apporre la loro firma. Questa misura, meno restrittiva, indica un cambiamento nella percezione del rischio associato alla loro libertà, pur mantenendo un controllo sulla loro presenza.

Per Michel, fratello di Liliane, l’obbligo di firma è stato fissato a tre volte alla settimana. La decisione di alleggerire le misure cautelari è stata presa dallo stesso collegio del tribunale di Latina che sta conducendo il processo principale contro le cooperative coinvolte nella gestione dei richiedenti asilo e dei minori non accompagnati. Le imputazioni includono reati gravi come frode nelle pubbliche forniture, bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio.

Implicazioni per il caso Soumahoro

Le imputate sono accusate di aver sottratto fondi destinati ai migranti per fini personali, un’accusa che ha sollevato un vasto dibattito pubblico sulla gestione dei centri di accoglienza e sull’integrità delle organizzazioni coinvolte. Il caso ha implicazioni profonde non solo per le persone direttamente coinvolte ma anche per il sistema di accoglienza dei migranti in Italia.

Gli avvocati difensori delle due donne hanno sostenuto che le esigenze cautelari sono venute meno, permettendo così l’adozione di misure meno severe. Tuttavia, l’obbligo di firma mantiene un controllo costante e quotidiano sulle imputate, garantendo che non vi sia il rischio di fuga o di inquinamento delle prove.

Il processo in corso getterà ulteriore luce sulle responsabilità e sulle dinamiche interne alle cooperative gestite dalla famiglia di Soumahoro. Le accuse di frode, bancarotta e riciclaggio sono gravi e, se confermate, potrebbero comportare pesanti sanzioni penali e civili. Nel frattempo, il pubblico attende con attenzione l’evolversi della vicenda, che potrebbe avere ripercussioni significative sul panorama politico e sociale italiano.