La scelta del Governo sulla questione taxi: ecco cos’ha deciso il Consiglio

La scelta del Governo sulla questione taxi: ecco cos’ha deciso il Consiglio

Lunedì sera l’esecutivo ha presentato due decreti-legge approvati prima della pausa estiva di Camera e Senato.

La riforma sui taxi è uno dei cambiamenti più attesi dagli abitanti delle grandi città visto che l’organico attuale dei tassisti non riesce a soddisfare le richieste di tutti gli utenti che usufruiscono del servizio. Due sera fa – il 7 agosto – il Governo ha presentato le principali misure di due decreti-legge approvati in un Consiglio dei ministri prima della pausa estiva.

La conferenza stampa in cui sono state elencate le proposte dell’esecutivo, però, è andata nella direzione di cedere alle richieste dei tassisti, ossia di mantenere tutto così com’è. Il motivo? La carenza di Taxi è dovuta al fatto che le licenze che permettono di guidarli sono poche e che il Governo si trova con le mani legate: emittendone altre insorgerebbe il malumore nella categoria degli autisti – verso cui l’Antitrust ha recentemente avviato un’indagine -, timorosi di perdere guadagni e clienti.

L’unica vera novità

Si era pronosticata l’introduzione delle cosiddette “doppie licenze” o “licenze cumulabili” per i tassisti: una misura che avrebbe permesso agli autisti di vendere questi documenti in prima persona ed ottenerci dei ricavi. La categoria, però, si è schierata fortemente contro questa possibile novità, minacciando scioperi tramite i sindacati, e ha costretto il Governo a fare marcia indietro.

L’unica vera novità in questo senso sarà quindi la concessione di nuove licenze, per un massimo del 20% di quelle già esistenti a livello locale per le città metropolitane, i capoluoghi di provincia e nelle zone in cui è presente un aereoporto internazionale.