Schiaffi, pugni e minacce di morte: una ragazza di 17 anni denuncia le violenze subite dal fidanzato e dalla madre di lui.
Mentre nuovi guai si abbattono su Rudy Guede dopo la decisione del tribunale di Viterbo, in un’altra aula di tribunale, una ragazza di 17 anni ha raccontato il dramma vissuto un anno fa: picchiata dal fidanzato maggiorenne – sostenuto dalla madre – solo per aver espresso la volontà di voler frequentare un corso per diventare insegnante di estetica. Il giovane è accusato per lesioni e stalking.

Ragazza di 17 anni aggredita dal fidanzato: il movente
La violenza, come riportato da Fanpage, è esplosa in modo improvviso. La giovane si trovava a casa del fidanzato e dei suoi genitori, stavano per cenare. È bastata una frase, la condivisione di un’aspirazione personale: voler frequentare un corso per diventare insegnante di estetica. Da lì, l’esplosione della furia.
Il ragazzo, secondo il racconto, l’ha aggredita dicendo: “L’unica cosa che devi fare è un figlio“. Dopo quelle parole, sono partiti i pugni, anche all’altezza dell’occhio. La ragazza è riuscita a chiamare sua madre, implorandola: “Ti prego corri“. La donna, arrivata sul posto, ha trovato la figlia già con evidenti segni sul volto.
Ha raccontato, come riportato da Repubblica: “Quella sera mi è venuto un flash, ho pensato a Marco Vannini, ucciso in casa alla presenza dei genitori della fidanzata. Quando sono arrivata sotto casa loro, ho visto la mamma di quel ragazzo che urlava contro mia figlia che aveva un occhio già rosso. L’ho portata via e lei mi ha detto: ‘Mamma ho avuto paura che mi ammazzassero’“.
La madre è stata complice del figlio
Secondo il racconto della vittima, aggiunge Fanpage, non solo il fidanzato l’avrebbe colpita, ma la madre di lui avrebbe partecipato attivamente: “Mia figlia mi ha raccontato che la madre del fidanzato la teneva, sono partiti schiaffi, pugni, calci“.
Dopo l’aggressione, madre e figlia si sono recate alle Molinette, dove i sanitari le hanno fatto passare davanti a tutti e hanno allertato la polizia per la denuncia. Essendo minorenne, la ragazza è stata poi trasferita al Regina Margherita.
Nonostante la denuncia, l’incubo non si è concluso: “Lo avevamo sempre lui sotto casa“, ha raccontato la madre. Il ragazzo ha continuato a cercare la vittima, arrivando a inviarle messaggi con minacce di morte. Impaurita, la giovane ha ritirato la denuncia. Tuttavia, il processo è andato avanti. I magistrati parlano di un atteggiamento “aggressivo e possessivo” da parte del giovane, che nel frattempo ha sempre negato ogni responsabilità.