La frattura tra M5S e PD sull’Ucraina: la visione di Conte sulla politica estera.
Il panorama politico italiano si trova di fronte a una crescente distanza tra due delle sue principali forze di sinistra, Elly Schlein leader del Partito Democratico (PD) e l’ex premier del Movimento 5 Stelle (M5S), Giuseppe Conte.
La distanza riguarda la questione dell’assistenza all’Ucraina nel suo conflitto con la Russia. Questa divisione ha assunto contorni sempre più definiti, in particolare dopo gli eventi seguiti alla vittoria del M5S nelle elezioni regionali in Sardegna, che avevano inizialmente ispirato Giuseppe Conte a parlare di un “campo giusto” per la politica italiana.
La posizione di Conte sull’Ucraina
Giuseppe Conte, leader del M5S, ha espresso una posizione nettamente contraria agli aiuti militari all’Ucraina, marcando una netta distanza dalle linee guida adottate dal PD e riaffermate di recente dai Socialisti europei durante il congresso del PSE a Roma, al quale Conte non era stato invitato.
Nonostante l’isolamento, il leader del M5S sostiene che il suo movimento troverà la sua collocazione in Europa, pur mantenendo ferma la posizione contro il sostegno militare a Kiev. “La linea UE che punta alla vittoria militare dell’Ucraina è insostenibile“, ha dichiarato Conte, evidenziando un punto di frizione significativo tra le due forze politiche.
Strategie del M5S e le alleanze future
Il dibattito interno non si limita alla questione ucraina ma si estende alla strategia politica complessiva del M5S in vista delle prossime elezioni.
Conte ha rivelato l’esistenza di “varie interlocuzioni in corso”, segno che il M5S è attivamente alla ricerca della migliore collocazione politica per promuovere i propri obiettivi. Tuttavia, il sostegno all’Ucraina rimane un nodo cruciale da sciogliere, e Conte ammette che ci sarà molto lavoro da fare per costruire una proposta alternativa credibile alla destra.
Il leader del M5S critica apertamente l’agenda politica di Enrico Letta e l’approccio dell’UE al conflitto ucraino, sottolineando una divergenza fondamentale di visioni all’interno del cosiddetto “campo giusto”.
La questione dei 5 miliardi di euro annui destinati a finanziare armamenti per Kiev diventa simbolo di questa insostenibilità, secondo l’ex premier, che chiama in causa la necessità di un dialogo aperto e costruttivo con il PD e altre forze politiche.