Regionali, Schlein: “Il Pd deve fare la sinistra”

Regionali, Schlein: “Il Pd deve fare la sinistra”

Sul risultato delle regionali in Lazio e Lombardia interviene anche la candidata alla segreteria del Pd Elly Schlein.

La parlamentare del Pd candidata alla segreteria del partito Elly Schlein ha parlato della sconfitta alle urne ieri alle elezioni regionali in Lazio e Lombardia. La vittoria del centrodestra era quasi scontata ma il risultato è stato schiacciante, più ampio di quanto prospettato e questo a causa del grave astensionismo che hanno mostrato un’assenza della proposta della sinistra.

Intervistata da Repubblica l’aspirante alla guida del Pd dà la colpa della sconfitta a «chi per anni ha inseguito il centro, senza accorgersi che si stava perdendo la sinistra, un intero blocco sociale che ha preferito astenersi anziché votare Pd. Penso che mai come adesso serva una svolta netta: per rinascere, per risalire bisogna avere più coraggio» ha detto Schlein. Inoltre, ha aggiunto che «se continuiamo a perdere elettori qualcosa vorrà dire. Servono più nettezza e coraggio, il Paese si aspetta questo dal Pd».

Partito Democratico

La destra fa la destra e la sinistra deve fare la sinistra

La candidata alle primarie propone una vera rinascita perché “Se ci rifugiamo nell’usato sicuro non andremo da nessuna parte. Il Pd deve cambiare tutto ed essere un partito di sinistra che rappresenta chi non ce la fa”. Elly Schlein ribadisce che è proprio “il dato dell’astensionismo quello che fa più male” sottolineando che sono le fasce più povere a disertare le urne, ovvero quelli che non si sentono rappresentati dalla sinistra.

«La destra è arrivata al governo. Fa la destra poi vince le elezioni. Noi dobbiamo fare la sinistra, non si può essere tutto e il contrario di tutto, sennò non si rappresenta più nessuno. Per sconfiggerli bisogna parlare a quella fascia di elettori che non va più neppure a votare perché non trova ascolto. E sa che non sarà certo la destra di Meloni a emanciparla dai bisogni, come si è visto nei primi 100 giorni di governo».