Progettata da Ferdinand Porsche, era l’evoluzione anfibia della Kübelwagen. Dimostrò grande duttilità d’impiego soprattutto sul fronte russo, dove fu impiegata dalle unità d’élite delle Waffen-SS.
La VW Type 166, destinata a diventare nota come Schwimmwagen, come dire: “l’auto che nuota”, fu ideata da Ferdinand Porsche nell’agosto del 1941 per sostituire le moto con sidecar ultrapesanti in dotazione alle unità dei fucilieri motociclisti che, giunte alla massima evoluzione, avevano dimostrato tutti i loro limiti nell’impiego sul fronte orientale.
Più corta e più stretta di una Kübelwagen, era tuttavia in grado di offrire quattro posti seduti e di raggiungere un peso a pieno carico di 1345 kg. Possedeva un’agilità sorprendente su qualsiasi tipo di percorso. Lunga 3835 mm, larga 1480 mm e con un peso a vuoto di 910 kg, risultava facilmente manovrabile: aveva un raggio di sterzata su strada di 9 metri e in caso di necessità poteva essere spinta o sollevata dall’equipaggio per superare gli ostacoli più insidiosi.
Dotata di quattro ruote motrici, era in grado di affrontare anche gli sterrati più impegnativi superando, con marcia ridotta inserita, pendenze del 55 per cento.
Il motore era il classico boxer quattro cilindri, raffreddato ad aria, di 1130 cc di cilindrata montato sulla KdF (maggiolino Volkswagen), capace di erogare una potenza massima di 25 cavalli. Cambio manuale non sincronizzato a quattro marce, più retro e una ridotta, in quarta si raggiungeva una velocità di punta, su strada piana asfaltata, di 80 km/h, mentre con la ridotta inserita non si superavano i 10 km/h.
La scocca, dalla forma a scafo, era priva di portiere e, come per la Kübelwagen, l’unica protezione nei confronti delle avverse condizioni atmosferiche era rappresentata da una capotte in tela.
Risultò subito chiaro che la Schwimmwagen era in grado di “nuotare” solo in acque tranquille. Senza corrente si poteva navigare a una velocità di circa 10 km/h, ma in presenza di onde non solo era difficile farla procedere, ma vi era il rischio che l’acqua superasse le sponde dello scafo allagando l’abitacolo.
I mezzi furono prodotti a ritmo sostenuto sia dalle officine Volkswagen a Fallersleben/Wolfsburg sia negli stabilimenti Porsche a Stoccarda. Lo scafo fu realizzato da Ambi Budd a Berlino, una succursale tedesca della Casa americana. Risulta che entro la fine del 1944 da Wolfsburg uscirono 14.276 Schwimmwagen e altre 1308 furono prodotte a Stoccarda per un totale di 15.584 vetture.
I pochi esemplari ritrovati e restaurati sono oggi ricercatissimi pezzi da collezione. Perfettamente efficienti a dispetto degli anni, sono ancora in grado di dare incredibili emozioni, soprattutto quando, lasciata la terra ferma, iniziano a “nuotare”.
@foto EC Editing









