Scintille Cina-Usa: la guerra in Africa
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Direttore: Alessandro Plateroti

Scintille Cina-Usa: la guerra in Africa

Carri armati dotati di lancia missili

Come la rivalità tra Cina e Usa si intreccia con il riconoscimento del Somaliland. Il ruolo strategico di Taiwan.

La competizione geopolitica tra Cina e Stati Uniti si accende nel Corno d’Africa, precisamente in Somalia. Al centro delle tensioni c’è il Somaliland, una regione autoproclamatasi indipendente nel 1991, ma mai riconosciuta ufficialmente da alcun paese. Gli interessi di Washington e Pechino convergono su questo territorio, che rappresenta molto più di una questione locale. Il dossier Somaliland è legato a doppio filo con Taiwan e con le rotte marittime globali, rendendo il caso una pedina fondamentale nello scacchiere internazionale.

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Il Somaliland: uno Stato non riconosciuto ma strategico

Il Somaliland si affaccia sul Golfo di Aden, una posizione cruciale per il controllo delle rotte marittime globali. La regione ha recentemente attirato l’attenzione internazionale durante la cerimonia di insediamento del nuovo presidente, Abdirahman Mohamed Abdullahi. All’evento erano presenti rappresentanti ufficiali di Taiwan e degli Stati Uniti, segnale chiaro delle ambizioni occidentali di aumentare l’influenza nella zona.

Gli Stati Uniti, attraverso dichiarazioni del loro ambasciatore in Somalia, Richard Riley, hanno elogiato il Somaliland per la sua stabilità politica e il trasferimento pacifico del potere. Parallelamente, il vice ministro degli Esteri di Taiwan, Wu Chih Chung, ha rafforzato la cooperazione con la regione, provocando una reazione immediata da parte di Pechino. La Cina si oppone fermamente a qualsiasi rapporto ufficiale tra il Somaliland e Taiwan, considerandolo un attacco alla propria integrità territoriale.

Le mosse di Pechino e Washington

La Cina, tramite il suo inviato speciale Xue Bing, ha riaffermato il sostegno alla sovranità della Somalia, cercando di consolidare la sua influenza nell’area. Pechino ha già investito in infrastrutture strategiche a Gibuti, come il porto polivalente di Doraleh e la zona di libero scambio, oltre a costruire la sua unica base militare all’estero.

Dal canto loro, gli Stati Uniti stanno esplorando il porto di Berbera nel Somaliland come alternativa alla base di Camp Lemonnier a Gibuti. Questa mossa mira a contrastare l’espansione cinese e a proteggere le rotte marittime dalla crescente instabilità, compresi gli attacchi nel Mar Rosso.

La partita diplomatica tra Cina e Stati Uniti si gioca sul filo del rasoio, con implicazioni che vanno ben oltre il Corno d’Africa. Il Somaliland potrebbe rivelarsi un punto chiave in questo complesso equilibrio di poteri, influenzando non solo i rapporti tra le grandi potenze, ma anche la stabilità dell’intera regione.

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ultimo aggiornamento: 30 Dicembre 2024 18:57

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