Confermato lo sciopero dei benzinai per il 25 e 26 gennaio ma saranno garantite aperture minime su base provinciale.
Nonostante le richieste del governo e del ministro Urso, i benzinai hanno confermato lo sciopero del 25 e 26 gennaio. Saranno chiusi anche i self-service ma saranno garantite aperture minime su base regionale. Sarà così impossibile restare a secco in quei due giorni di sciopero dei distributori che chiuderanno per 48 ore dalle 19 del 24 alle 19 del 26, sulle autostrade invece fino alle 22.
Come per ogni sciopero, però, come quello dei trasporti, sono garantite delle procedure per garantire il funzionamento anche se non ordinario del servizio. In autostrada infatti resteranno aperti un numero di impianti “in misura non inferiore ad una ogni cento chilometri”. Anche se sul territorio nazionale la chiusura dei distributori coinvolge anche le pompe self-service, saranno garantiti servizi minimi essenziali con un determinato numero di stazioni di servizio in funzione nelle città.
L’elenco di chi resterà aperto durante lo sciopero
Anche se sarà più complicato rispetto al solito, fare il pieno in quelle 48 ore non sarà impossibile. In caso di sciopero, è previsto che nelle aree urbane ed extraurbane sia assicurato il servizio di un numero di impianti pari alla metà di quelli previsti nei giorni festivi. Resteranno aperti anche gli impianti gestiti direttamente dalle compagnie così come i distributori autonomi associati a due altre sigle (Angac e Asnali) che non aderiscono allo sciopero. Sono circa 175 impianti che resteranno aperti sulle autostrade su un totale di 477 tra cui 19 sulla A1 Milano-Napoli, 15 sulla A4 Torino-Trieste, 19 sulla A14 Adriatica tra Bologna e Taranto e 10 sulla Salerno-Reggio Calabria.
Nonostante i vari incontri tra distributori e governo, non si è riusciti a trovare una soluzione per evitare lo sciopero. I benzinai si sono sentiti accusati di speculazione dal governo e la continua richiesta di trasparenza come esporre i cartelloni dei prezzi e le altre misure decise dal decreto. “Per protestare contro la vergognosa campagna diffamatoria nei confronti della categoria e gli inefficaci provvedimenti del governo che continuano a penalizzare solo i gestori senza tutelare i consumatori. Per scongiurare nuovi aumenti del prezzo dei carburanti” si legge nella motivazione dei distributori.