Sciopero no Green Pass a Trieste, sgomberato il porto. Manifestanti in piazza
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Direttore: Alessandro Plateroti

Manifestazioni no Green Pass, sgomberato il varco del porto di Genova. A Trieste presidio in piazza Unità

Polizia

Lo sciopero contro il Green Pass a Trieste si è concluso con l’intervento delle forze dell’ordine. Manifestanti in Piazza Unità.

Sembrava essersi concluso al termine della seconda giornata lo sciopero contro il Green Pass a Trieste, invece in poche ore sono arrivati due messaggi contrastanti. In un primo comunicato i lavoratori, che esultavano per aver vinto la prima battaglia, annunciavano la fine della protesta. Con un secondo comunicato, pubblicato a distanza di poche ore, i portuali hanno comunicato che la protesta prosegue.

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I manifestanti si erano ritrovati il 15 mattina nei pressi del Varco 4, dove è iniziata la protesta. Come comunicato dagli organizzatori, i manifestanti non hanno ostacolato i colleghi che hanno deciso di lavorare e non aderire all’iniziativa.

La protesta è andata avanti per due giorni, poi il fronte dei manifestanti si è diviso fino ad arrivare alle dimissioni del leader dei manifestanti.

Nella mattinata del 18 ottobre le forze dell’ordine sono intervenute per sgomberare l’area del porto occupata dai manifestanti. In serata ci sono stati dei scontri con i manifestanti, tre persone sono rimasti feriti lievemente.

Il 21 ottobre le Forze dell’Ordine hanno sgomberato anche il presidio ancora presente presso il porto di Genova.

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Green Pass obbligatorio a lavoro, lo sciopero al porto di Trieste. Il racconto

I primi manifestanti si erano radunati alle prime ore del 15 ottobre al porto di Trieste. Gli organizzatori della manifestazione avevano dato appuntamento ai manifestanti davanti al Varco 4 del Porto, dove si erano radunate migliaia di persone. I manifestanti, circa duemila, non hanno impedito l’accesso a lavoro alle persone che hanno deciso di non aderire all’iniziativa.

Il Prefetto: “Manifestazione non autorizzata”

Alla vigilia di questo sciopero, il Prefetto di Trieste, riportato dall’Ansa, aveva ricordato che “sostanzialmente quella di venerdì 15 è una manifestazione presentata come agitazione. Non è stata convalidata dalla Commissione di Garanzia quindi è una protesta non autorizzata che impedisce l’accesso dei lavoratori al porto e blocca l’attività. Si configura come una interruzione di pubblico servizio ed è perseguibile […]. Non è previsto per l’arresto ma una denuncia per gli organizzatori e speriamo che non si verifichino incidenti. L’attenzione deve restare molto alta. Ci sarà una presenza adeguata, rafforzata delle forze dell’ordine“.

I portuali di Trieste: “Questa prima battaglia l’abbiamo vinta”

Questa prima battaglia l’abbiamo vinta, dimostrando la forza e la determinazione dei lavoratori portuali e di tutti coloro che li hanno affiancati e sostenuti nella difesa della democrazia e della libertà individuale […]. Occorre fare un passo in avanti assieme alle migliaia di persone e gruppi con cui siamo entrati in contatto in questi giorni […]. Da domani torniamo al lavoro – chi può – (per i portuali dal primo turno di lavoro del 17/10/2021) ma non ci fermiamo“, aveva comunicato il leader della protesta nella serata del 16 ottobre comunicando la fine della manifestazione.

I portuali ci ripensano: la protesta non si ferma

poco dopo la pubblicazione del comunicato, Stefano Puzzer, leader dei manifestanti, ha scritto un breve messaggio sui social facendo sapere che il presidio “continua e non si molla“. Non sono chiari i motivi che hanno spinto il Coordinamento dei portuali a fare un passo indietro. La giravolta ha costretto Puzzer, leader dei manifestanti, a rassegnare le proprie dimissioni.

L’intervento della Polizia, lacrimogeni e idranti contro i manifestanti. Salvini: “Ma al Viminale come ragionano?”

Nella mattinata del 18 ottobre sono iniziate le operazioni di sgombero dell’area del porto occupata dai manifestanti. Gli agenti di Polizia hanno utilizzato gli idranti e i lacrimogeni per liberare la zona. Gli agenti hanno fatto ricorso anche al lancio di lacrimogeni e hanno proceduto con cariche di alleggerimento.

I manifestanti hanno lasciato il varco numero 4 e si sono spostati nel parcheggio. La manifestazione prosegue ma l’attività all’interno del porto riprende regolarmente.

Settimana scorsa si permette a un manipolo di neofascisti di mettere a soqquadro Roma, oggi si usano gli idranti contro i pacifici lavoratori e cittadini a Trieste. Ma al Viminale come ragionano?“, ha dichiarato il leader della Lega Matteo Salvini.

Lo stesso Governo che nulla ha fatto per fermare un rave illegale di migliaia di sbandati, nulla ha fatto per impedire l’assalto alla sede della Cgil, nulla fa per fermare l’immigrazione illegale e combattere le zone franche dello spaccio e della criminalità… tira fuori dai depositi gli idranti per usarli contro dei lavoratori che scioperano pacificamente per non essere discriminati sul posto di lavoro“, ha dichiarato il leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni.

Il presidio in piazza Unità

Nel corso della mattinata del 18 ottobre migliaia di manifestanti hanno raggiunto piazza Unità d’Italia. Presente anche Stefano Puzzer.

Il presidio pacifico non desta particolari preoccupazioni di ordine pubblico e al 21 ottobre non si registrano criticità di sorta.

Polizia
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Porto di Genova, sgomberato il presidio

Nella giornata del 15 ottobre ci sono stati disagi anche a Genova, dove i manifestanti hanno bloccato l’accesso ai camion che dovevano scaricare la merce al Porto. Il presidio è iniziato intorno alle 6.30 del mattino ed è andato avanti fino alla giornata del 21 ottobre, quando le forze dell’ordine hanno sgomberato il presidio di manifestanti. Negli ultimi giorni il presidio non rappresentava alcuna minaccia all’operatività del porto. La circolazione dei tir era tornata regolare o con pochi rallentamenti. Al termine delle operazioni di sgombero, alcuni manifestanti, riferisce l’Ansa, hanno recuperato il cibo presente per destinarlo alle persone bisognose.

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ultimo aggiornamento: 21 Ottobre 2021 11:17

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