Sciopero generale per il 2 e 3 ottobre 2025: stop ai treni e scuole chiuse contro la guerra a Gaza. Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Mentre la Spagna “sfida” gli Stati Uniti, in Italia si prepara una nuova ondata di disagi a causa dello sciopero generale proclamato per il 2 e 3 ottobre 2025. L’agitazione sindacale, indetta dal S.I. Cobas, coinvolgerà in particolare i treni e la scuola, con ripercussioni anche su altri ambiti pubblici. La protesta, motivata dalla guerra a Gaza, durerà 24 ore e interesserà gran parte del Paese. Ecco, a seguire, tutto quello che c’è da sapere.

Treni a rischio per il 2 e 3 ottobre: garantite solo le fasce protette
Dalle 21:00 di giovedì 2 ottobre fino alle 20:59 di venerdì 3 ottobre, come riportato da Fanpage i treni del Gruppo FS – Trenitalia, Trenitalia Tper e Trenord – potranno subire cancellazioni o variazioni. Lo sciopero avrà un impatto rilevante soprattutto sul traffico ferroviario nazionale. Come previsto dalla normativa vigente, saranno garantiti i servizi minimi nelle fasce orarie 6:00-9:00 e 18:00-21:00 dei giorni feriali.
Per i treni a media e lunga percorrenza, come Frecce, InterCity, EuroCity ed EuroNight, è disponibile l’elenco delle corse assicurate, mentre non si escludono disagi anche nelle ore immediatamente precedenti e successive all’agitazione.
Al momento, Italo non risulta coinvolta nello sciopero, dato che sul sito ufficiale della compagnia non è presente alcuna comunicazione in merito.
La scuola si ferma il 3 ottobre: adesioni anche in altri settori
Il comparto Scuola sarà l’unico a fermarsi per l’intera giornata di venerdì 3 ottobre. Come comunicato dal Ministero dell’Istruzione, “il S.I. Cobas ha proclamato uno sciopero nazionale esclusivamente per il comparto Scuola“.
Anche nel settore postale è previsto uno stop, indetto da un sindacato non firmatario del CCNL, ma Poste Italiane ha precisato che “non sono attesi disservizi rilevanti“. Lo sciopero, esteso a tutte le categorie lavorative pubbliche e private, è stato organizzato “in solidarietà con il popolo palestinese e per protestare contro le politiche del governo italiano in relazione alla situazione a Gaza“.