Sciopero nazionale dei taxi, ‘Aiuti minimi, e lo Stato continua a chiederci le tasse’

Sciopero nazionale dei taxi, ‘Aiuti minimi, e lo Stato continua a chiederci le tasse’

Il 6 novembre 2020 lo sciopero nazionale del settore taxi: manifestazioni davanti al Ministero delle Finanze e davanti al Ministero dei Trasporti.

Venerdì 6 novembre si è tenuto lo sciopero nazionale dei taxi, con i conducenti che si sono ritrovati alle ore 10.00 davanti al Ministero delle Finanze.

Sciopero nazionale Taxi

I conducenti dei taxi hanno manifestato davanti al Ministero delle Finanze e davanti al ministero dei Trasporti. I manifestanti, come testimoniato anche dagli striscioni, dalle grida e dai cartelloni, lamentano di non avere neanche i soldi per il carburante.

Glie effetti delle restrizioni sul mondo dei trasporti

Evidentemente le restrizioni disposte dal governo penalizzano in maniera significativa il mondo dei trasporti, sia per quanto riguarda il pubblico che per quanto riguarda il privato.

Il divieto di circolazione nelle zone rosse, le limitazioni agli spostamenti da un’Area all’altra e il coprifuoco nazionale dalle ore 22 alle ore 5 hanno causato un crollo considerevole della domanda.

Paola De Micheli

Le motivazioni della protesta e la proposta al governo

Siamo costretti a fermarci perché non abbiamo neanche più i soldi per il carburante” ha dichiarato Alessandro Genovese, responsabile Ugl taxi, come riferito dall’Ansa. “Abbiamo trasportato per mesi medici e pazienti. Abbiamo adeguato le nostre auto con paratie per il covid, ci siamo comprati mascherine, guanti e gel a spese nostre dandole spesso anche agli utenti sprovvisti, ma ad oggi gli aiuti che ci sono arrivati sono davvero minimi. E in più lo Stato continua a chiederci le tasse. Così non si può andare avanti“.

La proposta degli attori del settore è che vengano erogati dei voucher che possano essere utilizzati ad esempio da soggetti fragili. O comunque da soggetti che per motivo di studio o lavoro sono tenuti a spostarsi nonostante le restrizioni.