Scomparsa di Kata, spuntano quattro piste di indagine: “Sviluppi a breve”

Scomparsa di Kata, spuntano quattro piste di indagine: “Sviluppi a breve”

Un anno dalla scomparsa di Kata, si seguono quattro piste: traffico di droga, racket delle stanze, scambio di persona e abusi sessuali.

La scomparsa della piccola Kata, Mia Kataleya Chicclo Alvarez, ha sconvolto Firenze. Il 10 giugno segna un anno dalla sua scomparsa mentre giocava nell’ex hotel Astor.

Le indagini sono state complesse e intricate, ma la Procura di Firenze continua a seguire quattro piste principali: traffico di droga, racket delle stanze, scambio di persona e abusi sessuali.

Abbiamo prospettive di sviluppi a breve“, ha affermato il procuratore Spezia, indicando che si aspettano nuovi progressi entro la fine di luglio.

Carabinieri

La scomparsa della piccola Kata: le quattro piste d’indagine

Il procuratore capo Filippo Spezia, come riportato Notizie.virgilio.it, ha sottolineato che le indagini: “Non sono mai state interrotte“.

Durante una recente conferenza stampa, Spezia ha rivelato dettagli cruciali sugli sviluppi del caso. Gli investigatori hanno scoperto che: “La rete di videocamere che circonda l’hotel Astor effettivamente aveva un buco“.

Dunque, suggerendo che i responsabili della scomparsa di Kata potrebbero aver sfruttato questa falla per fuggire.

Le quattro piste investigative comprendono: traffico di droga, racket delle stanze, scambio di persona e abusi sessuali.

Nel primo caso, gli inquirenti stanno esaminando possibili collegamenti tra la scomparsa di Kata e attività di narcotraffico nella zona. Inoltre, la gestione delle stanze nell’ex hotel Astor potrebbe essere legata a un racket che avrebbe potuto coinvolgere la bambina.

Gli inquirenti stanno pensando anche ad un errore di identità potrebbe aver portato alla scomparsa di Kata, magari presa di mira per qualcun altro.

Infine, non si può escludere la pista che indaga sulla possibilità che la bambina sia stata vittima di abusi sessuali.

Le difficoltà delle indagini

Nonostante gli sforzi degli investigatori, le indagini sono ostacolate da due principali problemi: la mancanza di collaborazione e un ambiente omertoso.

Spezia ha dichiarato che il contesto “molto particolare” in cui si sono sviluppati i fatti ha reso le indagini estremamente complesse.

La presenza di comunità romene e peruviane che hanno mostrato “atteggiamenti anche non collaborativi” ha ulteriormente complicato il lavoro degli inquirenti.

Un altro fattore che ha ostacolato le indagini è il “quadro un po’ omertoso“, dove la paura o la sfiducia nelle autorità ha impedito la raccolta di testimonianze cruciali.

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