Un esercizio commerciale situato in provincia di Verona include ogni giorno il busto di Mussolini sui propri documenti fiscali.
L’ultima vicenda controversia che nasconde una totale apologia di fascismo riguarda un bar di Cerea, comune in provincia di Verona. L’esercizio commerciale, infatti, è solito includere un busto di Benito Mussolini in fondo ai suoi scontrini.
Il fatto, catturato delle fotocamere di numerosi smartphone degli avventori del locale, ha fatto il giro del web contribuendo a generare una feroce polemica nei confronti dei titolari del “Bar Armando”. La scelta, in base a quanto dichiarato da chi quegli scontrini li stampa tutti i giorni, sarebbe dovuta alla voglia di lottare contro i “comunisti”.
Le giustificazioni della titolare
“So benissimo – ha spiegato Maristella Finezzo, la titolare del Bar Armando – che ai comunisti dà fastidio che ci sia Mussolini sugli scontrini, ma più loro si scandalizzano e dicono di toglierlo, più io decido che invece deve rimanere. Io non cambio i miei ideali. Come è avvenuto quasi 10 anni fa, qualcuno sta solo cercando di creare l’ennesimo caso, ma le critiche non ci toccano minimamente“.
Tempo fa, infatti, questa cosa si era già verificata ma, in quel caso, la Finezzo si era giustificata dicendo che si trattava di una celebrazione per l’anniversario della marcia su Roma. “Chi mi attacca – replica alle accuse la titolare – continuando a dire che sono fascista, mi fa solo un piacere. Non nascondo i miei ideali, ne vado orgogliosa. Sarebbe meglio che la gente si preoccupasse di quel comunista di Vladimir Putin e dei danni che ha fatto in Russia e in tutto il mondo con la guerra in Ucraina, invece di venire a far polemica per uno scontrino“.
