Scontro Governo-Regioni, i presidenti di Centrodestra al premier: “Pronti a riaprire da soli senza certezze”.
ROMA – Si inasprisce lo scontro tra Governo e Regioni. Se da una parte il ministro Boccia predica calma e ‘minaccia’ di impugnare tutte le ordinanze di riaperture, dall’altra continua il pressing dei presidenti di Centrodestra pronti a ripartire dal 18 maggio anche senza autorizzazione di Palazzo Chigi.
Per trovare un compromesso è stato convocato un tavolo lunedì 11 maggio 2020 con le parti che cercheranno di trovare un accordo sulla ripartenza unitaria senza “fughe in avanti” da parte del governatori.
Zaia: “Il Governo chiarisca subito la partita”
A guidare la rivolta dei presidenti di Centrodestra c’è Luca Zaia che da diverso tempo chiede al Governo di far sapere qualcosa per il 18 maggio in questi giorni e non la sera prima, come già successo in passato.
“Il Governo chiarisca subito questa partita della riapertura – ha detto nella consueta conferenza stampa il presidente del Veneto – nel prossimo incontro verremmo fuori con una soluzione. C’è la convergenza con molti colleghi, se non la quasi totalità, di procedere. Il punto di caduta sia il 18 maggio“.
Il ministro Boccia: “Dal 18 una nuova fase”
In un’intervista al TG2 il ministro Boccia ha aperto alla possibilità di iniziare dal 18 maggio “una nuova fase che porterà a una differenziazione territoriale“.
“Comprendo – ha aggiunto l’esponente del Governo citato dall’Ansa – l’esigenza delle Regioni di avere un quadro che consenta loro di avviare le riaperture differenziate e condivido l’esigenza di averlo in tempi brevi. Ringrazio i presidenti per la condivisione con il Governo dell’esigenza di avere linee guida nazionali elaborate del comitato scientifico su proposta Inail, sulla cui base eventuali ordinanze regionali, messe prima delle nuove misure, dovranno essere riformulate, a tutela della salute pubblica e della sicurezza sul lavoro“.
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