Pier Luigi Bersani affronta un decreto penale per diffamazione aggravata dopo aver insultato il generale Vannacci alla Festa dell’Unità.
Pier Luigi Bersani, ex segretario del Partito Democratico, si trova ad affrontare un decreto penale di condanna per diffamazione aggravata nei confronti del generale Roberto Vannacci.
La causa, come riportato da Notizie.virgilio.it, sarebbe un “epiteto offensivo” pronunciato lo scorso settembre durante la Festa dell’Unità. Ecco la reazione dell’ex segretario del Pd.
La risposta di Bersani
Pier Luigi Bersani ha commentato la notizia con fermezza, dichiarando di non aver ancora ricevuto alcuna comunicazione formale da parte delle autorità.
Né lui né il suo avvocato, come riportato da Repubblica, nonché di aver appreso della richiesta di condanna solo tramite la stampa.
“Si vada pure a processo“, ha affermato l’ex segretario dem, confermando la sua intenzione di non accettare passivamente.
Bersani ha, inoltre, sottolineato la necessità di chiarire una questione più ampia: “Così capiremo finalmente se qualcuno, magari con le stellette, può definire anormale un altro essere umano senza per questo insultarlo“.
L’episodio incriminato e la reazione di Vannacci
L’incidente risale al 1 settembre 2023, quando Bersani, intervenendo dal palco della Festa dell’Unità a Ravenna, si lasciò andare a un commento colorito in risposta alle polemiche sorte intorno al libro di Vannacci.
Durante il suo discorso, l’ex segretario del Pd ha dichiarato: “Io ho letto solo i sommari“, riferendosi probabilmente ai riassunti dei capitoli del libro di Vannacci.
La sua critica continuò con un’affermazione pungente: “Quando leggi quelle robe lì pensi: sciogliamo l’esercito, sciogliamo le istituzioni, facciamo un grandissimo bar, il Bar Italia“.
Infine, l’ex segretario del PD concluse con una domanda retorica: “Mi resta una domanda: se in quel bar lì è possibile dare dell’anormale a un omosessuale, è possibile dare del coglione a un generale?“.
Le parole di Bersani non passarono inosservate, suscitando l’indignazione del generale Vannacci, che decise di querelare l’ex segretario per diffamazione aggravata.
In seguito alla querela, la Procura di Ravenna ha avviato le indagini, affidando alla Digos la verifica dell’accaduto.