Scuola: “700 istituti a rischio”. Il ministro chiarisce

Scuola: “700 istituti a rischio”. Il ministro chiarisce

Il ministro dell’Istruzione Valditara interviene sulla polemica innescata dal ridimensionamento scolastico delle 700 scuola a rischio.

Nella legge di Bilancio trova spazio anche il dimensionamento scolastico. Quello che emerge è che entro due anni il governo vuole chiudere 700 scuole. Nella bozza si dice che «le Regioni, sulla base dei parametri individuati dal decreto di cui al primo periodo provvedono autonomamente al dimensionamento della rete scolastica entro il 30 novembre di ogni anno, nei limiti del contingente annuale individuato dal medesimo decreto».

Le regioni quindi dovranno comunicare la rete degli istituti con i nuovi limiti per l’autonomia giuridica innalzati da 600 a 900 studenti. Questo però non significa che verranno chiuse le scuole. Come ci ha tenuto a specificare il ministro Valditara dopo le polemiche, il dimensionamento avverrà «nel modo più indolore possibile» e che si interverrà solo sulle dirigenze, non sulle strutture.

Scuola

Il dimensionamento avverrà solo a livello giuridico

Si tratta di accorpamenti di istituti e non di chiusure delle strutture scolastiche. Ma anche su questo si oppongono i sindacati. Secondo Francesco Sinopoli, segretario generale della Flc-Cgil, «l’accorpamento degli istituti si configura come un vero e proprio taglio che ancora una volta andrà a colpire le regioni e i territori più deboli. Si tratta di una scelta politica precisa, in continuità con quanto già realizzato in passato, un accanimento dettato da visione economicistica della scuola.

Questo dimensionamento secondo i calcoli dei sindacati significherebbe la perdita di almeno 700 istituti soprattutto nelle regioni del Sud come Sardegna, Calabria e Basilicata. Ma anche in realtà come Abruzzo, Molise e Campania dove il «dimensionamento spontaneo» è piuttosto lento. Valditara ha specificato che questo dimensionamento avverrà in modo molto lento, nel giro di dieci anni.

Questa scelta è stata necessaria per garantire i fondi del Pnrr alle scuole. Entro il 31 dicembre l’Italia deve «adeguare la rete scolastica all’andamento anagrafico della popolazione studentesca». Quindi la riforma inserita nella manovra «si pone l’obiettivo di armonizzare la distribuzione delle Istituzioni scolastiche a livello regionale con l’andamento della denatalità».