Sea Watch a Catania, ma l’Ong non ci sta: il trasferimento a Catania ha uno scopo politico. Salvini chiede di indagare sulle organizzazioni non governative.
Non è ancora finito lo scontro tra la Sea Watch 3 e il ministro dell’Interno Matteo Salvini. Raggiunto l’accordo con l’Unione europea, il Viminale ha dato all’Ong il via libera allo sbarco ma nel porto di Catania e non in quello di Siracusa.
Il motivo della richiesta, stando all’Ong, sarebbe da rintracciare nel fatto che il procuratore di Catania potrebbe accogliere la richiesta di Salvini di aprire un’indagine e valutare il sequestro dell’imbarcazione.
Sea Watch: mandarci a Catania è una mossa politica
Senza dubbio la decisione di far attraccare la Sea Watch 3 a Catania dovrà essere legittimata dalle autorità. Probabilmente si tratta di una decisione dettata da motivi logistici visto che i quarantasette migranti a bordo della nave dovranno essere ridistribuiti in otto paesi europei.
Con un messaggio sulla propria pagina Twitter, la Sea Watch ha attaccato il governo italiano affermando di essere al centro di una questione politica. Il trasferimento a Catania, infatti, avrebbe lo scopo di far rientrare il caso Ong nella giurisdizione della magistratura catanese, che in diverse occasioni ha aperto fascicoli contro le Ong. Va detto che in quasi tutti i casi le inchieste sono finite con l’archiviazione.
Di seguito il tweet condiviso sulla pagina della Sea Watch:
Sea Watch, i migranti saranno trasferiti a Messina
Dopo lo sbarco nel porto di Catania e le prime procedure di controllo, le persone a bordo della Sea Watch saranno trasferite a Messina a eccezione dei quindici minori che saranno invece accolti a Catania.
Fonte foto copertina: https://www.facebook.com/salviniofficial