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Consulta: “Incostituzionale vietare l’iscrizione all’anagrafe dei richiedenti asilo”. Salvini: “I giudici fanno politica”

Manifestazione Razzismo

La sentenza della Consulta sui decreti sicurezza: “Non si può negare l’iscrizione all’anagrafe dei richiedenti asilo”.

ROMA – La sentenza della Consulta sui decreti sicurezza è una nuova bocciatura ai provvedimenti fortemente voluti da Matteo Salvini. Secondo i giudici non è costituzionale negare l’iscrizione all’anagrafe dei richiedenti asilo.

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La decisione è arrivata dopo le questioni di legittimità sollevate dai tribunali di Milano, Ancona e Salerno. Un verdetto arrivato alla vigilia della modifica dei decreti sicurezza con la ministra Lamorgese che ha in programma di eliminare questo articolo.

La nota della Corte Costituzionale

La sentenza della Corte Cotituzionale è stata comunicata dall’Ufficio Stampa e riportata da La Repubblica: “La Consulta ha dichiarato l’incostituzionalità per violazione dell’articolo 3 della Costituzione sotto un duplice profilo: per irrazionalità intrinseca, poiché la norma censurata non agevola il perseguimento delle finalità di controllo del territorio dichiarate dal decreto sicurezza; per irragionevole disparità di trattamento, perché rende ingiustificatamente più difficile ai richiedenti asilo l’accesso ai servizi che siano anche ad essi garantiti“.

Rosanna Inannielo Tribunale

Le reazioni politiche

Esulta il Partito Democratico: “Se l’idea sbandierata era quella di ottenere più sicurezza – ha detto Matteo Mauri – si è ottenuto l’esatto contrario […]. Su questo e su altro stiamo lavorando a un provvedimento per affrontare con pragmatismo il fenomeno dell’immigrazione e per azzerare gli effetti negativi dei decreti Salvini“.

Duro il commento di Matteo Salvini. Il leader della Lega ha ribadito la legittimità del suo provvedimento parlando di “giudici che vogliono fare politica“.

Soddisfazione, invece, da parte del MoVimento 5 Stelle con Giuseppe Brescia: “Nelle riunioni dell’allora maggioranza avevamo più volte chiesto il cambio di questa norma. Loro sono andati avanti con ricatti e minacce. La sentenza della Corte Costituzionale è un duro colpo per quel modo di fare politica. Il tempo è galantuomo. Solo l’iscrizione anagrafica permette una vera e propria tracciabilità delle persone“.

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ultimo aggiornamento: 10 Luglio 2020 9:42

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