Omicidio procuratore Caccia, confermato l'ergastolo per Schirripa
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Omicidio procuratore Caccia, la Corte d’Assise conferma l’ergastolo per Schirripa

Bruno Caccia

La Corte d’Assise di Milano conferma l’ergastolo per Rocco Schirripa, accusato di aver ucciso il procuratore Bruno Caccia.

MILANO – Rocco Schirripa deve scontare l’ergastolo per l’omicidio del procuratore Bruno Caccia. La sentenza è arrivata dai giudici della Corte d’Assise di Milano, confermando quanto deciso in primo grado. Secondo quanto riferito dagli inquirenti, il panettiere di origini calabresi con questa uccisione ha voluto dare una dimostrazione di fedeltà ai boss della ‘Ndrangheta.

L’arresto di Schirripa è avvenuto il 21 maggio 2016 a oltre trent’anni dall’omicidio del procuratore di Torino, ucciso il 26 giugno 1983.

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Bruno Caccia
Bruno Caccia (fonte foto https://www.facebook.com/fernando.orsini.5)

Omicidio procuratore Caccia, Rocco Schirripa si dichiara innocente

La Corte d’Assise di Milano conferma la condanna all’ergastolo per Rocco Schirripa. Il panettiere sin dall’inizio si è dichiarato innocente, confermando la sua estraneità ai fatti nell’udienza del 5 febbraio 2019: “Non ci sto più – riporta il sito de Il Fatto del Quotidiano a stare in carcere da innocente e mi fa veramente rabbia che queste persone si vendichino su di me per avere i loro benefici. Io non centro nulla. Hanno studiato a tavolino per trovare un capro espiatorio e hanno scelto me perché ero una preda facile. Sono compare di Domenico Belfiore, sono pregiudicato e sono calabrese. Non mi sono mai macchiato di fatti di sangue, lo grido con tutte le mie forze: sono innocente“.

Soddisfatta della sentenza la figlia del procuratore Caccia: “Sono contenta – sottolinea dopo l’udienza – che sia finita così anche se forse si è avuta troppo fretta di concludere. Non mi sembra che sia stato dato di nuovo abbastanza spazio a tutto ciò che stava intorno all’imputato. I giudici hanno confermato la responsabilità di Schirripa ma ora bisogna cercare gli altri.

I legali dell’imputato potrebbero nelle prossime settimane impugnare la sentenza della Corte d’Appello per fare ricorso in Cassazione, terzo grado di giudizio italiano.

fonte foto copertina https://www.facebook.com/fernando.orsini.5

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ultimo aggiornamento: 19 Marzo 2021 15:38

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