Serena Grandi condannata a due anni e due mesi per il fallimento del suo ristorante

Serena Grandi condannata a due anni e due mesi per il fallimento del suo ristorante

Serena Grandi condannata per il fallimento del suo ristorante. La sentenza è stata emessa dal Tribunale di Rimini.

RIMINI – Serena Grandi condannata a due anni e due mesi per il fallimento del suo ristorante. Come riportato dal Corriere della Sera, la sentenza è stata pronunciata dai giudici del tribunale di Rimini nella giornata di martedì 22 settembre 2020.

Il reato condannato all’attrice è quello di bancarotta con distrazione di beni strumentali della società e irregolarità sui libri contabili. Possibile un ricorso in secondo grado nelle prossime settimane.

La vicenda

La vicenda risale al 2015 quando è stato dichiarato il fallimento del locale aperto nel 2013 e chiuso dopo un anno senza aver pagato i dipendenti. La Procura di Rimini ha immediatamente aperto un’indagine per accertare meglio la dinamica di quanto successo.

Inchiesta che ha portato il magistrato a chiedere una condanna dell’attrice per bancarotta con distrazione di beni strumentali della società Donna Serena s.r.l. e irregolarità sui libri contabili. Il Tribunale ha deciso per una pena a due anni e due mesi per l’attrice.

Tribunale

Chi è Serena Grandi

Nata a Bologna il 23 marzo 1958, Serena Grandi, pseudonimo di Serena Faggioli, è un’attrice italiana. Crescita nel capoluogo emiliano, la donna ha deciso di trasferirsi a Roma subito dopo le scuole dell’obbligo per seguire i corsi di dizione e recitazioni.

Un’esperienza che l’ha portata anche in America per alcuni stage con registi statunitensi. Diversi i film girati in carriera e molti questi sono stati hot come Miranda di Tinto Brass.

La condanna per il fallimento del ristorante non è l’unica vicenda giudiziaria che ha visto coinvolta l’attrice. Nel 2003 è stata arrestata con l’accusa di detenzione e spaccio di droga. Un’indagine che si è conclusa con il proscioglimento ancora prima dell’inizio del processo con la stessa artista che ha ammesso l’acquisto di stupefacenti in quantità minime per uso personale.