Secondo una ricerca di Assirm, la maggior parte degli italiani oggi sono sempre più direzionati verso la settimana corta.
In un’epoca sempre più dinamica a livello lavorativo, la settimana corta – di quattro giorni lavorativi – diventa un’idea allettante per molti lavoratori italiani. A braccetto con lo smart working, questo metodo permette di guadagnare produttività promuovendo uno stile di vita equilibrato.
Cos’è la settimana corta?
Un termine ormai diffuso negli ultimi tempi, che sta a indicare una settimana lavorativa di 4 giorni, mantenendo comunque la stessa quantità di ore lavorative. Tuttavia, ci sono aziende che hanno deciso di ridurre anche l’orario di lavoro, mantenendo lo stipendio invariato o con piccole riduzioni.
I vantaggi della settimana corta sono molteplici: lavorando solo quattro giorni a settimana (seppur con un maggiore carico di lavoro), si garantisce una maggiore flessibilità sul lavoro, riuscendo a conciliare la propria vita professionale con quella privata.
I lavoratori hanno quindi la possibilità di sfruttare quel tempo libero a proprio vantaggio, con hobby e passioni che riducono il rischio di stress e burnout legati ad orari di lavoro troppo estesi.
Il 55% degli italiani a favore della settimana corta
Più della metà dei lavoratori italiani confermano di volere la settimana corta. Secondo la ricerca “La nuova relazione con il mondo del lavoro” realizzata da Assirm, emerge che il 55% degli italiani è disposto a guadagnare meno pur di avere un giorno libero in più.
Nella fascia di lavoratori tra i 25 e i 34 anni invece, la percentuale sale addirittura al 62%. Dati incredibili che hanno visto un rialzo soprattutto dopo il periodo pandemico: sono molte le persone che preferiscono avere una vita più equilibrata senza un eccesso di lavoro.
Soprattutto per i più giovani, la flessibilità e lo smart working sono al primo posto tra i propri desideri. Oggi i lavoratori ricercano soprattutto l’equilibrio con la vita privata e la crescita personale (55%). Gli italiani sono ormai insoddisfatti per la retribuzione non sempre all’altezza (38%) e lo stress (26%).
I lavori più ambiti in Italia
Come riporta Il sole 24 Ore, tra gli ambiti più desiderati in Italia abbiamo: l’IT/servizi digitali (38%), il marketing (34%) e la comunicazione (30%). Sono i giovani i più orientati al marketing, mentre i più maturi sono interessati maggiormente a IT e digitale.
In termini di posizioni lavorative desiderate vincono le vendite (29%), seguite dal Project management (27%), dalla gestione risorse umane (26%), dal programmatore (25%) e infine dal responsabile marketing (24%).
Matteo Lucchi, presidente di Assirm, sottolinea che “nel mondo del lavoro confluiscono oggi, più che in passato, approcci differenti per attitudine e per senso ricercato. Questo rappresenta di per sé una complessità da gestire, ma anche un elemento di arricchimento, variabilità e quindi un’intrinseca risorsa, un elemento per differenziare e potenziare i contesti aziendali e istituzionali a fronte di acquisite nuove consapevolezze”.