Settimana corta: ecco il testo della proposta di legge in Italia, incentivi e referendum

Settimana corta: ecco il testo della proposta di legge in Italia, incentivi e referendum

32 ore su 4 giorni di lavoro, ecco la proposta per la settimana corta, incentivi e referendum dei lavoratori.

La discussione sulla settimana corta, riducendo l’impegno lavorativo a 32 ore, prende forma. Pd, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi-Sinistra hanno trovato un accordo su un testo unico che punta a introdurre un nuovo modello di lavoro, a parità di salario. La proposta di legge sarà esaminata dalla commissione Lavoro della Camera e potrebbe approdare in Aula già il 21 ottobre 2024. Tuttavia, l’opposizione teme che la maggioranza possa rinviare il dibattito a dopo la manovra finanziaria del prossimo anno.

Settimana corta: la proposta di legge in Italia

Dopo mesi di trattative, il compromesso tra le forze politiche ha permesso di unire tre proposte originarie in un unico testo. Già ad aprile, il deputato Franco Mari di Alleanza Verdi-Sinistra dichiarava a FanPage.it: “Dobbiamo trovare un punto d’incontro e credo che ci riusciremo”. Ad agosto, il capogruppo del Pd in commissione Lavoro, Arturo Scotto, rivendicava i punti fermi per i democratici, che oggi sono stati inclusi nel testo definitivo.

Sempre FanPage.it, ha avuto modo di leggere il testo della proposta dove si nota un “aumento della qualità del lavoro e della produttività”, “tassi di occupazione più elevati”, “riduzione dello stress”, “tempo ed energie per la vita privata”, ma pure una “riduzione dell’impatto ambientale del lavoro”.

Contratti collettivi: l’obiettivo delle 32 ore settimanali

Il fulcro della proposta riguarda la promozione di contratti collettivi e aziendali che riducano gradualmente l’orario di lavoro a 32 ore settimanali: “a parità di salario, anche nella forma di turni su quattro giorni settimanali”. Tuttavia, la legge non impone obbligatoriamente la settimana corta, ma mira a incentivare le aziende a adottarla in maniera volontaria.

Incentivi per le imprese che adottano la settimana corta

Il governo prevede incentivi per le imprese che sperimentano la riduzione dell’orario di lavoro. Le aziende potrebbero ottenere una riduzione dei contributi fino al 30%, che potrebbe salire al 50% per le piccole e medie imprese e al 60% per lavori gravosi. Per finanziare questa misura, il governo ha stanziato oltre mezzo miliardo di euro: 50 milioni per il 2024 e 550 milioni tra il 2025 e il 2026.

Il referendum dei lavoratori

Un’altra strada per ridurre l’orario di lavoro è il coinvolgimento diretto dei lavoratori. Se un contratto collettivo non prevede la settimana corta, il 20% dei dipendenti di un’azienda può richiedere un referendum interno per approvare una “proposta di contratto” che riduca l’orario lavorativo. Se la maggioranza vota a favore e l’azienda dà il proprio consenso, la nuova proposta di contratto “si intende approvata”, si legge nel testo.

Il futuro della settimana corta: il taglio ufficiale dopo tre anni

Dopo tre anni di sperimentazione, se i risultati saranno positivi, il governo interverrà con un Dpcm per ridurre ufficialmente l’orario lavorativo in alcuni settori. La norma prevede che in ogni settore dove almeno il 20% dei lavoratori ha adottato la settimana corta, il taglio dovrebbe essere “non inferiore al 10%”