Scuola, la ministra Azzolina pronta a sfidare il leader della Lega Matteo Salvini in un confronto televisivo.
La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina passa al contrattacco e sfida il leader della Lega Matteo Salvini a confrontarsi in televisione. Dopo settimane di attacchi serrati dal leader della Lega, la ministra ha deciso di uscire allo scoperto e risolvere la questione alla vecchia maniera. Con un duello. Dialettico e probabilmente ideologico.
Scuola, Azzolina: “Sfiderei Sailvini in un confronto televisivo? Assolutamente sì”
Intervenuta ai microfoni dell’HuffPost, Lucia Azzolina ha fatto sapere di essere intenzionata ad andare in televisione per fare il punto della situazione sulla riapertura della scuola.
“Mi attaccano, vado in tv e spiego io, adesso basta“, assicura la Ministra, pronta a sfidare anche il leader della Lega Matteo Salvini, che guida l’Opposizione.
“Capisco che Salvini appartiene a quel centrodestra che diceva, ‘con la cultura non si mangia”, quindi probabilmente non ama né i musei, né i teatri, né i cinema. Per me rappresentano luoghi di cultura. Quindi, portare gli studenti anche lì, al di là dell’aula scolastica, è un modo per avvicinare tantissimi ragazzi, anche con poche possibilità economiche, nei luoghi dove si fa cultura‘.
“Dai sindacati mi aspetto collaborazione”
Le dichiarazioni – forti – della Azzolina arrivano dopo l’allarme della CGIL Scuola, secondo cui non ci sarebbero le condizioni per riaprire in presenza.
“Dai sindacati mi aspetto collaborazione. Noi per settembre saremo pronti, ma ognuno deve fare la propria parte. Non si può sempre dire no a tutto, ad ogni tentativo di innovazione, serve coraggio“.
Azzolina assicura, “Non ci sarà più un lockdown generalizzato”
Nel corso della sua intervista all’HuffPost la Azzolina ha assicurato che la scuola, appresa la lezione dalla prima ondata del coronavirus, non sarà più interessata dal lockdown generalizzato.
“Non ci sarà più un lockdown generalizzato come quello che c’è stato, siamo molto più pronti. Nelle linee guida riportiamo quel che il ministero della Salute ha detto si deve fare se si dovessero verificare contagi nelle scuole. Ci vuole senso di responsabilità da parte di tutti, a partire dalla misurazione della temperatura a casa. Se un bambino ha 37,5 non lo mettiamo sugli autobus, non lo facciamo uscire da casa, non mettiamo in pericolo gli altri. Prevenzione e precauzione”.