Caporalato e sfruttamento, migranti costretti a vivere in condizioni definite disumane. Arresti a Latina.
Migranti sfruttati e costretti a vivere in condizioni definite disumane, arresti a Latina. L’operazione è stata condotta dagli uomini della Polizia di Stato. Arrestate sei persone, tutte italiane, che sfruttavano circa quattrocento persone costringendole a lavorare nei campi in condizioni di lavoro estenuanti e a fronte di un salario ben inferiore rispetto alle norme di legge.
Caporalato e sfruttamento dei migranti, arresti a Latina
Le indagini degli inquirenti hanno portato alla luce una sorta di regime carcerario in cui erano costretti a vivere gli stranieri ospitati a Latina.
Stando alle ricostruzioni degli investigatori, le persone straniere erano costrette a lavorare nei campi in condizioni definite disumane, con orari di lavoro estenuanti e un compenso da regime di schiavitù.
Gli uomini della Polizia di Stato hanno arrestato, tra gli altri, un sindacalista e un ispettore del lavoro della zona. I provvedimenti di custodia cautelare sono stati notificati in tutto a sei persone, tutte italiane.
Almeno quattrocento le persone straniere sfruttate per lavorare nei campi
Stando alle informazioni raccolte, sarebbero state almeno quattrocento le persone – tutte straniere – costrette a lavorare nei campi.
Le persone erano costrette lavorare nella Agri Amici Società Cooperativa di Sezze, un’associazione fittizia che, secondo gli inquirenti, nascondeva una centrale di caporalato.
Stando alle ricostruzioni degli inquirenti, le persone venivano stipate nei furgoni e venivano trasportati da un paese all’altro per andare a lavorare nei campi in provincia di Latina.
Nessuna delle persone aveva regolare contratto di lavoro e percepivano un salario di molto inferiore rispetto a quanto previsto dalle norme sindacali e da quelle legali.