Sgarbi minimizza il caso Coviello: “Fanatismo sui Vip, nessun complotto”

Sgarbi minimizza il caso Coviello: “Fanatismo sui Vip, nessun complotto”

Vittorio Sgarbi ridimensiona il caso del bancario Coviello: nessun complotto, solo fanatismo per i personaggi famosi.

Il critico d’arte Vittorio Sgarbi ha ridimensionato l’importanza del caso che ha coinvolto il bancario Michele Coviello, accusato di aver violato la privacy di numerosi personaggi famosi, tra cui lo stesso Sgarbi. Coviello, impiegato presso Banca Intesa Sanpaolo, avrebbe effettuato accessi abusivi ai conti correnti di diverse celebrità, ma secondo Sgarbi non si tratterebbe di un complotto.

Nessun complotto, solo fanatismo secondo Sgarbi

Sgarbi, parlando con Il Corriere della Sera, ha chiarito che non crede ci sia dietro il gesto di Coviello un’organizzazione o una “mente criminale”. “Mi pare un classico caso di fanatismo da parte di un individuo esaltato e fissato con i personaggi famosi”, ha dichiarato il critico.

Secondo Sgarbi, Coviello avrebbe agito per pura curiosità, sfruttando il suo accesso ai sistemi della banca: “Ha utilizzato gli strumenti che aveva a sua disposizione, in quanto dipendente della banca. Penso che abbia agito da solo e che non ci sia alcun complotto”.

Sgarbi ha aggiunto che l’interesse di Coviello per il suo conto è nato dopo uno scontro televisivo tra lui e Giampiero Mughini. “A quanto so, la sua ricognizione è partita subito dopo aver visto uno scontro tv tra me e Mughini, le date corrispondono”, ha spiegato. Questa coincidenza, per Sgarbi, dimostrerebbe il fanatismo personale di Coviello nei confronti delle celebrità: “Tra gli spiati c’erano personaggi famosi di ogni tipo, tipo Al Bano. È chiaro che si tratta della curiosità maniacale di un fan”.

Le indagini continuano

Nonostante Sgarbi minimizzi l’accaduto, l’inchiesta su Michele Coviello e sulla Banca Intesa Sanpaolo continua. La banca è stata formalmente indagata dalla Procura di Bari per la violazione della legge 231 del 2001, che regola la responsabilità amministrativa degli enti.

Secondo quanto riportato da Il Corriere della Sera, i legali di alcuni dei clienti colpiti, tra cui celebrità e personaggi noti, stanno valutando di costituirsi parte civile in un eventuale processo penale, oppure di intraprendere cause civili per i danni subiti.

Coviello avrebbe violato la privacy di 3.572 clienti in 679 filiali distribuite su tutto il territorio nazionale. Nonostante l’inchiesta sia ancora in corso, per Sgarbi resta solo un episodio di curiosità maniacale e fanatismo personale, senza alcuna implicazione di complotti o reti criminali dietro l’accaduto. Come riportato da affaritaliani.it