Omicidio di Sharon Verzeni: Moussa Sangare ritratta la confessione in tribunale. Disposta la perizia psichiatrica che sarà decisiva.
Nella giornata di oggi Moussa Sangare, che inizialmente aveva confessato l’omicidio di Sharon Verzeni, ha ritrattato in tribunale, dichiarando: “Non sono stato io“. Già nel primo incontro della Corte d’Assise di Bergamo, l’uomo si era mostrato titubante rispetto alla sua confessione, e ora la sua lucidità sarà valutata attraverso una perizia psichiatrica. Ecco cosa è successo.

Sharon Verzeni: la ritrattazione di Moussa Sangare in tribunale
Moussa Sangare, accusato di omicidio pluriaggravato, ha ritrattato la confessione in cui aveva ammesso di aver ucciso Sharon Verzeni. “Non è vero, non sono stato io“, ha dichiarato il 30enne alla fine dell’udienza nel tribunale di Bergamo.
Inizialmente, secondo le indagini della Procura, Sangare aveva cercato di sviare i sospetti su di lui tagliandosi i capelli e sostituendo alcuni componenti della bicicletta con cui avrebbe commesso il delitto. In seguito, però, aveva confessato l’omicidio ai carabinieri senza fornire un movente preciso. “Ha ucciso per noia, in cerca di emozioni forti“, aveva affermato la giudice per le indagini preliminari, convalidando l’arresto dell’uomo. Ora questa nuova versione.
L’avvocato dei parenti di Sharon Verzeni, come riportato da Fanpage, ha commentato: “È una famiglia che sta soffrendo e sentire queste cose la fa ancora più soffrire“. Inoltre, ha aggiunto che la nuova versione fornita da Sangare “dimostra ancor più la sua lucidità“.
Il ruolo della perizia psichiatrica nel processo
La Corte d’Assise di Bergamo ha accolto la richiesta della difesa di disporre una perizia psichiatrica per determinare la lucidità e la capacità di intendere e di volere di Sangare al momento dell’omicidio.
L’esame inizierà il 1 aprile e il perito incaricato avrà 90 giorni di tempo per depositare gli esiti dell’analisi. I risultati saranno poi discussi il 22 settembre con i consulenti delle parti.
Alla recente udienza era presente anche il padre della vittima, Pietro Verzeni, che, secondo il legale della famiglia, è rimasto “molto scosso” dalle dichiarazioni di Sangare.